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Crimea: i cattolici temono la persecuzione

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Aleteia - pubblicato il 18/03/14
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La Chiesa locale teme un ritorno alla situazione di persecuzione esistente negli anni del regime sovietico
Dal 1946 al 1989 i Greco-cattolici furono messi fuorilegge. La Chiesa cercò di sopravvivere in clandestinità, molti furono uccisi o mandati nei campi di concentramento. Chiese e altri edifici furono passati alla Chiesa ortodossa fedele a Mosca, oppure confiscati.

Chiese confiscate e sacerdoti arrestati?
Il responsabile della Chiesa greco-cattolica a Kerch, Mykhailo Milchakovskyi, in una conferenza londinese riportata dal CNS descrive l’atmosfera di paura che prevale in Crimea. “Nessuno sa che cosa accadrà. Molte persone stanno cercando di vendere le loro case e spostarsi in altre zone dell’Ucraina. La nostra Chiesa non ha uno statuto legale riconosciuto nella Federazione Russa, così non sappiamo quali leggi verranno applicate. Temiamo che le nostre chiese saranno confiscate e i sacerdoti arrestati”.  

Nuova oppressione in agguato
Padre Milchakovskyi ha detto che il leader della Chiesa greco-cattolica, l’arcivescovo Sviatoslav Schevchuk ha chiesto “preghiere e appoggio” per i cattolici che “si troveranno in pericolo”. E ha aggiunto, come si legge su La Stampa il 15 marzo, che teme una “nuovaoppressione” sui cattolici della Crimea, il 10 per cento dei due milioni di abitanti della zona. “Molti hanno già smesso di venire in chiesa, dopo essere stati bollati come fascisti e nazionalisti dai provocatori locali. Gli ortodossi hanno sempre insistito sul fatto che erano la Chiesa principale e hanno fatto di tutto per rendere la nostra vita difficile. Se avranno mano libera, non sappiamo se si comporterannodacristiani o seguiranno la stessa politica ostile”. 
 

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