Questa corrente “confonde la Grazia con l’energia cosmica”, denuncia l’esperto Gonzalo LenCon un prologo del vescovo di Ciudad Rodrigo, Raúl Berzosa, il sacerdote Gonzalo Len ha appena pubblicato la sua ultima opera, New Age. El desafío (“New Age. La sfida”, edizioni Stella Maris), in cui mette in guardia il mondo cattolico contro una presunta perdita di rilevanza del New Age, quando la sfida è ancor maggiore visto che il suo protagonismo interessa “alcuni cammini spirituali all'interno della Chiesa”, perché, tra le altre questioni, “confonde il Dio personale con il divino, la salvezza con la connessione sanante e la preghiera con la meditazione egocentrica”.
Nel suo ultimo libro, New Age. El desafío, espone le basi principali di questo movimento e le sfide per la Chiesa cattolica. Le potrebbe enumerare brevemente?
Riassumendo, si può dire che il New Age è un millenarismo con un paradigma alternativo, ovvero ha un messaggio di cambiamento epocale verso l'anno 2000 (dall'era dei Pesci a quella dell'Acquario; da un'epoca oscura e divisa a una luminosa e armoniosa), presenta un nuovo paradigma di approssimazione alla realtà (fondamentalmente si tratta di comprendere l'universo come un grande organismo vivo, del tutto interconnesso) e lo presenta come alternativo (la modernità e il cristianesimo sono falliti), come l'unica risposta ai mali attuali.
Il New Age cerca la soddisfazione personale mediante sincretismi di ogni tipo. In che modo distoglie l'attenzione dal riconoscere Cristo come il Figlio di Dio che è intervenuto e interviene direttamente nelle questioni umane?
Distoglie l'attenzione per il suo paradigma di fondo, non sempre facile da vedere. Se l'universo è un grande organismo vivo, tutto interconnesso e identificato come il divino, l'impostazione spirituale e salvifica è orientata alla connessione con questo essere vivo, con l'energia cosmica. Per questa connessione “trascendente” ci sono moltissime terapie e pratiche che alla fine dei conti non fanno altro che sottolineare l'“esperienza”, che finisce per trasformarsi nella fonte della verità (“l'esperienza è la verità”) e per centrare la persona su se stessa.
Si confonde il Dio personale con il divino, la salvezza con la connessione sanante, la preghiera con la meditazione egocentrica, la grazia con l'energia cosmica, ecc.
E questo paradigma mina la fede nel Signore Gesù e indispone verso di essa.
Cosa l'ha spinta a scrivere questo libro quando sembra che il New Age sia un tema di cui oggi si parla poco, anche nel mondo cattolico?
C'è un punto importante da considerare: la definizione “New Age” oggi si usa poco, ma ciò non vuol dire che la sua presenza nociva sia diminuita. Il New Age è molto più conosciuto per le sue manifestazioni che per il suo nome. Facciamo qualche esempio: l'enneagramma, i bambini indaco, il reiki, la reincarnazione, il “channeling”, i metodi per l'espansione della coscienza, i metodi per il rilassamento e l'armonia, la meditazione trascendentale (e altre), l'energia cosmica e i centri energetici (Stonehenge, Nazca, Cuzco…), gli angeli, i fiori di Bach…
La sua attualità e la sfida emergono più chiaramente quando si comprende che la grande diversità di manifestazioni ha una certa unità di fondo.
Ci sono altri nomi che identificano questo fenomeno così complesso: olistica, spiritualità alternativa, autoaiuto, esoterismo. Abbiamo mantenuto la definizione New Age perché risale alle sua origini negli anni Sessanta e Settanta e permette di trovare i suoi presupposti e le sue motivazioni principali, che essenzialmente non sono cambiati.
In che modo pensa che stia interessando attualmente la gerarchia o le liturgie cattoliche?
Non ho avuto l'opportunità di constatare che influisca sulla gerarchia. Piuttosto, non sono pochi i vescovi che hanno manifestato la propria preoccupazione per il New Age e hanno cercato di approcciarlo in varie modi.
Senza dubbio, in non pochi luoghi ha influenzato l'interno della Chiesa in alcune vie spirituali e pratiche pastorali. Papa Giovanni Paolo II ha messo in guardia anni fa un gruppo di vescovi degli Stati Uniti sull'influenza del New Age nella vita della Chiesa: “Le idee della Nuova Era a volte si fanno strada nella predicazione, nella catechesi, nei congressi e nei ritiri, arrivando così a influire anche sui cattolici praticanti che forse non sono consapevoli dell'incompatibilità di quelle idee con la fede della Chiesa”.
Nel suo libro espone alcune forme relative a come è stato assunto, quasi per osmosi, dai secolari. A suo giudizio, quali sono attualmente le più note?
Possiamo segnalarne alcune: l'idea di un dio impersonale, la trascendenza come immanenza, la salvezza come autosalvezza, la grazia come energia cosmica, la preghiera come rilassamento e autocontrollo, la verità morale come esperienza e il destino eterno come reincarnazione.
Come esperto sul tema, ha dissertato su questo in molte occasioni in Europa e in Sudamerica. Dove crede che influisca maggiormente sugli usi e i costumi?
Senza dubbio, c'è una presenza maggiore nei Paesi del “primo mondo” occidentale, ma ritengo che nessun luogo sia esente dalla sua influenza. In termini sociologici, il New Age ha una scarsissima presenza in ambiti di povertà materiale. È attraente in contesti di maggiore prosperità economica, in persone che hanno una certa cultura e sensibilità religiosa, sono stanche del modello materialista e cercano per la propria vita una soluzione più profonda ma che allo stesso tempo sia facile e non comporti grandi impegni. Non bisogna dimenticare che il New Age cresce perché ci sono persone alla ricerca di Dio e che anelano a una vita riconciliata. Non è attraente solo per gli amanti dell'occulto e delle cose alternative, ma anche per molti uomini e molte donne che vogliono una risposta che vada un po' più in là di quella che presenta una cultura secolarizzata.
Quali sono i principali gruppi di potere che continuano a promuovere attualmente il modo di vivere New Age?
Non ho studiato questo aspetto. Mi sembra che la sfida sia più antropologica: il New Age cresce perché sta dando alle persone una risposta attraente, anche se è un succedaneo. La sfida per la Chiesa è andare incontro alle persone rendendo presente il Signore Gesù, l'unico capace di rispondere alla fame più profonda delle persone di ogni tempo e ogni luogo. Qui entra l'appello alla Nuova Evangelizzazione: nuova nel suo ardore, nuova nei suoi metodi e nuova nella sua espressione.
[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]