Nella preghiera? Nel povero bisognoso?Buonasera, padre.
Grazie per il suo servizio.
Le invio un quesito circa la possibilità di sperimentare umanamente con efficacia la presenza – e di conseguenza la verità – del Dio rivelato da Gesù Cristo. Si tratta di un quesito unico ma necessariamente molto articolato, perché mi vedo costretto ad esporre le mie perplessità con un certo inevitabile grado di dettaglio. La questione è la seguente. Diversi sacerdoti (autorevoli per dottrina cristiana cattolica e per santità di vita spirituale e morale, quindi sacerdoti fidàti) che ho interpellato direttamente mi hanno dichiarato senza possibilità di equivoci che il vero ed autentico incontro con il Dio di Gesù Cristo come Dio vivo e vero nella nostra vita avviene in tre modalità:
– nella preghiera, quando è fatta secondo le disposizioni della Chiesa (disposizioni interiori ed esteriori, anche nella preghiera personale e privata);
– nel povero bisognoso, che mi è presentato dal Dio di Gesù Cristo come occasione di carità;
– e riconoscendolo in coloro che fanno trasparire l’efficacia della presenza del Dio di Gesù Cristo in tutti gli aspetti della loro vita, che è tutta (appunto, in ogni aspetto) testimonianza del Dio vivo e vero, che – appunto – sarebbe quello di Gesù Cristo.
Ebbene, a mio avviso questo triplice argomento è pretestuoso. Si vincolerebbe infatti l’incontro fra l’uomo in ricerca e l’unico vero Dio vivo "ieri oggi e sempre" a queste tre possibilità
– Anzitutto, io uomo in ricerca dovrei ancorare la possibilità di percepire il Dio vivo e vero ad una serie di operazioni mentali (la preghiera), nell’ambito delle quali nessuno mi assicurerà mai che quanto aleggia per fede nella mia mente sia la verità.
– Poi: mi si invita a percepire il Dio di Gesù vivo e vero presente nel povero come una "occasione di carità". (…) E’ possibile che il Dio vivo e vero abbia bisogno dei misfatti umani o dell’aleatorietà di qualche aminoacido per rendersi presente al fedele che lo cerca?
– Infine mi si invita a percepire la verità del Dio di Gesù Cristo dall’ascolto (ex auditu) e dalla testimonianza intensa e vissuta di uomini finiti, come me, senza quella trascendenza che è propria di Dio.
Grazie per le considerazioni che vorrà portare a questo mio articolato quesito. Ancora le esprimo la mia gratitudine per il suo prezioso servizio.
Cesare
Caro Cesare,
1. come vedi ho semplificato molto la tua email togliendole, per non appesantire troppo il testo, proprio le tue osservazioni, che hanno la loro validità. I sacerdoti che definisci “autorevoli per dottrina cristiana cattolica e per santità di vita spirituale e morale, quindi sacerdoti fidati” hanno dimenticato altre tre maniere tipicamente cristiane di incontrare Dio. Forse le davano per sottintese e hanno voluto insistere invece sulla preghiera, sull’incontro con il prossimo, soprattutto povero, sulla testimonianza degli amici di Dio e dei santi. Ma vi sono altre maniere e particolarmente preziose.
2. Ebbene, la prima maniera di incontrare Dio è quella di mettersi in ascolto della sua Parola. Leggere le Sacre Scritture è la stessa cosa che incontrare Dio: Dio che parla, che cerca il nostro cuore, che lo interpella e lo provoca ad una risposta concreta. Penso al santo Padre Domenico, che prese in mano le Scritture, come primo atto si faceva il segno della croce (si metteva alla presenza di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo), poi le baciava, poi le stringeva al petto… Benedetto XVI nella Verbum Domini (esortazione post sinodale sulla Parola di Dio) ha scritto al n. 4: “Nella XII Assemblea sinodale, Pastori provenienti da tutto il mondo si sono riuniti intorno alla Parola di Dio e hanno simbolicamente messo al centro dell’Assemblea il testo della Bibbia per riscoprire ciò che nel quotidiano rischiamo di dare per scontato: il fatto che Dio parli e risponda alle nostre domande”. Questo dunque è il primo modo in cui incontriamo Dio. E lo incontriamo perché lui si rende vicino e prende l’iniziativa. Questo incontro non è frutto del nostro arbitrio, ma della sua volontà.
3. La seconda maniera di incontrare Dio si attua attraverso la celebrazione dei sacramenti, e principalmente nel sacramento dell’Eucaristia. Qui Gesù Cristo è presente in corpo, sangue, anima e divinità. Nessun altro incontro eguaglia quello che si verifica nella Santa Comunione. È un incontro in cui Gesù ci dona la sua vita divina e cioè la sua santità. Se vissuto bene, è l’incontro trasformante per eccellenza.
4. La terza maniera ancora tipicamente cristiana è quella di trovarlo dentro di sé, nell’anima in grazia. Il Signore ha detto: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23). Gli Apostolihanno inteso bene la straordinaria novità delle parole del Signore. E tutti quelli che ci hanno lasciato qualche lettera l’hanno messo in evidenza. Così S. Giovanni: “Dio è carità; e chi rimane nella carità, rimane in Dio e Dio in lui” (1 Gv 4,16). E ancora: “Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito”(1 Gv4,12-13). Anche S. Paolo mostra di aver recepito in questa direzione l’insegnamento del Signore. Scrive infatti: “Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” (1 Cor3,16); e ancora: “Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo” (1 Cor6,19). In maniera ancor più netta egli afferma che la carità è stata diffusa nei nostri cuori attraverso “lo Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm5,5)e che pertanto abita in noi. Quando nella lettera agli efesini scrive: “Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori” (Ef 3,17) sembra compendiare in questo mistero tutto il senso della vita cristiana. Anche S. Pietro è cosciente di questa realtà quando dice: “Non vi sgomentate di loro (quelli che vogliono farvi del male), né vi turbate, ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori” (1 Pt 3,14-15).
5. Poi, oltre queste tre presenze, incontriamo il Signore nella preghiera, se è fatta in grazia. Inoltre lo incontriamo nel prossimo, perché è immagine di Dio e il Signore ha detto che tutto quello che facciamo a lui lo ritiene fatto a Sé (Mt 25,40). Infine lo troviamo anche nei testimoni, e cioè nei Santi e negli amici di Dio. Ma le prime tre fondamentali sono quelle che ti ho indicato in questa risposta.
Auguro anche a te di incontrarlo spesso, anzi di stare sempre con Lui, al punto da dire con San Pietro: “È bello per noi Signore restare qui” (Mt 17,4).
Per questo ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo