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Il Papa dei bambini

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Don Fortunato Di Noto - Associazione Meter - pubblicato il 10/03/14
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Un anno di tenerezza e di solidarietà
C’è un rapporto speciale tra papa Francesco e i bambini. Un anno di abbracci e di tenerezza, di profetiche denunce e di richiami per una maggiore attenzione e protezione. Tanta preghiera per i piccoli e i deboli. Pur senza una Giornata Mondiale dedicata ai Bambini, il Papa ha una particolare sensibilità. Lo scorgiamo quando li incontra, come dialoga con loro e come richiama le famiglie ad occuparsi di loro: senza distrazione. Perché chi si distrae o non vive il tempo con i figli rischia di perderli. E’ visibile questo amore e ce lo testimonia la tenerezza, la commozione, il pianto, il chinarsi verso loro, abbassarsi in un gesto che se colto nella sua essenza fa affiorare un amore infinito per i piccoli, i deboli, gli “scarti della società” che con inumana incoscienza riduce la bellezza della vita deturpandola con il “dialogo con il male”, e noi “non dobbiamo dialogare con il diavolo”, ci ha voluto ricordare il papa. Ed ecco che prima da prete e ancora oggi da papa ha sempre cercato di trasmettere con il suo stile di vita un amore particolare verso i bambini e gli anziani.

In tante occasioni, parole e gesti per i piccoli hanno caratterizzato l’essere “diacono, sacerdote, vescovo” – l’essere cristiani e uomini – regalandoci l’audacia della tenerezza di Dio – in un mondo lacerato da violenze per i piccoli e i deboli – come anche il coraggio delle parole di denuncia e di forte richiamo sui piccoli amati da Gesù: non dimenticare, abbandonare, compiere violenze, ridurli a scarto, ascoltarli, accudirli, sostenerli, amarli di un amore protettivo e significativo: “i bambini sono amati da Gesù” e “il coro più bello è il rumore dei bambini”. In quel rumore ritroviamo la vita che con il loro “farfugliamento” esprimono il totale abbandono che Dio ha vissuto con il farsi “Bambino”, e comunicano – i bambini – che solo se ritorneremo piccoli non entreremo nel Regno di Dio: regno di pace e di giustizia, regno di vita e di amore, regno di stabilità e non di divisioni, regno di accoglienza solidale e non di sfruttamento e scarto. Regno d’amore, in Dio Amore.

Per entrare nel regno di Dio dobbiamo bandire, estirpare ogni forma di violenza e di sopraffazione, di rifiuto e di abbandono, di sfruttamento e di mani omicide. Una conversione che inizia con l’accogliere il Bambino Gesù.

Papa Francesco ce lo ricorda.

E’ nella gratuità del tempo dedicato ai figli, ai bambini che si recupera il senso dell’accompagnamento e della trasmissione dei valori della vita e della fede. Intravedo l’accoglienza negli innumerevoli incontri di Papa Francesco come un capo stazione del “treno dei bambini”. Non è l’ultima stazione, ma la stazione – quella della Chiesa, comunità di redenti e di salvati – che non solo accoglie chi scende dal treno, la stazione dove un capo-stazione (Francesco) non fa ripartire il treno senza la sua presenza: sale anche lui nella vita dei piccoli passeggeri del mondo, con il carico delle loro storie, liete e drammatiche; sale sul treno e stà con i piccoli del mondo, i prediletti del Signore. Non vi lascerò soli: questo percepisce chi incontra Papa Francesco, così come ci ha promesso Gesù.

I bambini – e gli anziani (i bambini saggi!) costituiscono il futuro dei popoli. Ce lo ha ricordato spesso: “ …. i bambini perché porteranno avanti la storia, gli anziani perché trasmettono l’esperienza e la saggezza della loro vita".
Gesù ama i bambini e se li ama Gesù non può non amarli Francesco, non possiamo non amarli tutti noi. Non è un sentimento romantico, patinato o strumentalizzato dai media o da chi ritiene che i bambini sono solo business (e ce ne sono tanti!). Non sono soggetti da talkshow. Papa Francesco ce lo ricorda – come hanno fatto anche i suoi predecessori da Giovanni XXIII fino a Benedetto XVI. Non è solo una sensibilità personale, è Dio stesso, rivelatosi in Gesù Cristo e i bambini hanno il diritto di conoscere chi li ama, con un amore di padre e di madre: che spesso, e non sempre li dimenticano. Dio non li dimenticherà mai, e Papa Francesco ce lo ricorda. Sempre.
 

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