Amo i maschi perché…Amo i maschi perché si prendono selvaggiamente a colpi di spada di legno per contendersi il titolo di Supremo Sovrano del Corridoio, e tredici secondi dopo essersi scannati si dividono maschiamente una bottiglia di coca cola, per poi ricominciare a giocare come se niente fosse.
Li amo perché non faranno mai uno psicodramma, come le loro coetanee, non scenderanno negli abissi singhiozzanti della disperazione solo perché qualcuno “mi ha detto che sono cattivaaaa”.
Li amo perché il massimo della ripicca che possono concepire è un calcio, e non faranno mai perfidi commenti sottovoce sul colore della maglietta della loro nemica, alle sue spalle.
Li amo perché sono il modello base, la fiat 127 del genere umano: senza optional ma solidi e irrinunciabili.
Amo gli uomini quando montano mensole, riempiono buchi con lo stucco, trovano canali e accroccano soluzioni. Quando non vogliono fermarsi a chiedere la strada, e alla fine, pur facendo sei volte il giro della piazza la trovano, mantenendo un dignitoso contegno.
Li amo anche se fanno domande e poi quando lei comincia a rispondere escono dalla stanza.
Li amo quando, interrogati: “ti ricordi quello che ti ho detto ieri di Annalisa?”, con gli occhi persi nel vuoto frugano affannosamente nella memoria e fingono di sapere bene e rispondono a monosillabi per non tradirsi, per non lasciar trapelare che del segreto dell’amica si sono dimenticati nell’istante stesso in cui glielo avete solennemente confidato.
Amo l’uomo anche quando ha lo sguardo assorto, si chiude nel silenzio e nel lasso di tempo in cui voi vi convincete, in una escalation di pessimismo, che presto vi dirà che il vostro rapporto è al capolinea, loro in realtà hanno elaborato complessi pensieri del tenore di: quasi quasi ordino una pizza; questo divano è scomodo; speriamo che esonerino l’allenatore.
Amo gli uomini perché senza le femmine sono totalmente disabili alla vita sociale, si aggirano nel mondo persi e disadattati. Li amo perché ci fanno sentire indispensabili.
Amo come scrivono, come suonano, come cantano. Li amo perché loro sì che hanno gusto nella musica, nell’architettura, nell’arte.
Amo gli uomini perché sanno mantenere uno sguardo di insieme, e analizzare lucidamente le economie globali, ma non riusciranno a concepire un piano organizzativo che riesca a conciliare pediatra e lezione di danza e merenda.
Li amo anche quando, certi dell’amore della loro diletta – che trascorre ore a cercare di mantenere un accettabile livello estetico, a levigarsi e profumarsi e depilarsi ogni area critica – gironzolano per casa con abiti informi.
Li amo anche quando buttano le chiavi di casa nel cassonetto della spazzatura, si confondono i giorni della settimana e gli amici dei figli, portano trionfanti a casa buste della spesa piene di oggetti inutili.
Li amo perché non si perdono nei dettagli, e sanno mantenere salda la bussola, ed essere lucidi e razionali e affidabili quando noi precipitiamo nei gorghi misteriosi che ci portiamo dentro.
Li amo perché fanno il lavoro grosso per noi, e quando noi complichiamo troppo le cose, sanno invocare al momento giusto il Grande Capo Estiqaatsi.
Amo gli uomini perché sono loro il nostro regalo per l’8 marzo.