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Papa Francesco, il nostro modello di “cattolicesimo evangelico”

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padre Dwight Longenecker - Aleteia - pubblicato il 04/03/14
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Un papa “cattolico evangelico” per il terzo millennio
Papa Francesco è un “cattolico evangelico”? In primo luogo, dobbiamo definire i termini: “evangelico”, nel suo significato più semplice, si riferisce alla “buona novella”, che è il significato della parola greca “evangelos”. Gli autori dei Vangeli sono chiamati “evangelisti” perché hanno messo per iscritto la “buona novella”, il “vangelo”, di Gesù Cristo. Il Vangelo di Marco inizia dicendo: “Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio”.

Al giorno d’oggi, tuttavia, la parola “evangelico” è usata anche per riferirsi ai protestanti che difendono una comprensione conservatrice (e a volte anticattolica) della fede cristiana. I protestanti evangelici sono conosciuti per la devozione semplice a Gesù Cristo, per lo zelo nella diffusione del Vangelo e per la gioia di comunicare il messaggio di base del cristianesimo al mondo.

Papa Francesco è un cattolico evangelico. La sua amicizia con il vescovo Tony Palmer è un segno di zelo evangelico del papa e del suo interesse e della sua accettazione dei cristiani evangelici. Il vescovo inglese Palmer appartiene alla Comunione delle Chiese Evangeliche Episcopali. Palmer e Bergoglio sono diventati amici quando il primo era missionario della sua Chiesa in Argentina. Di recente, Tony Palmer è stato invitato a incontrare il suo vecchio amico, ora papa Francesco. Il vescovo evangelico ha raccontato la sua storia e ha presentato un messaggio di papa Francesco registrato in video per un gruppo di leader pentecostali del Texas (Stati Uniti).

Nel suo messaggio, il papa ha salutato calorosamente gli evangelici americani, riconoscendo l’amore condiviso per Gesù Cristo e la necessità di condividere la buona novella con il mondo. Francesco ha riaffermato le proprie credenziali come cattolico evangelico. Il libro “Cattolicesimo evangelico” di George Weigel offre una buona descrizione di questo modo di vivere la fede. Semplificando: il cattolicesimo evangelico unisce le ricchezze di duemila anni di religione cattolica allo zelo missionario di base, alla trasmissione semplice del Vangelo e al ministero sociale attivo degli evangelici.

Il cattolicesimo evangelico è “più cristianesimo”, non solo “mero cristianesimo”. Riunisce le bellezze del culto cattolico tradizionale come una comprensione storica della fede. Si radica nell’erudizione biblica animata da un messaggio sociale rilevante e dal ministero attivo nella comunità.

Nel suo discorso ai leader evangelici del Texas, il vescovo Palmer ha dichiarato di volere “tutto”: voleva affermare la pienezza della fede cattolica, ma anche lo zelo ardente dei carismatici, le comprensioni bibliche dei “credenti nella Bibbia” e l’amore degli evangelici per la condivisione del Vangelo. E ha chiesto ai pentecostali riuniti: “Voi non amate Gesù ancora di più? Voi non volete tutto?”

Io capisco Tony Palmer perché ho vissuto lo stesso percorso. Cresciuto in una famiglia evangelica nordamericana, ho cercato la Chiesa storica e sono diventato anglicano. Questo passo mi ha avvicinato al cattolicesimo e ho finito per essere accolto nella piena comunione della Chiesa cattolica. Percorrendo questa strada, ho affermato tutta la pienezza della fede nella Chiesa cattolica e tutti gli aspetti positivi delle tradizioni evangelica e anglicana allo stesso tempo. Non ho negato gli aspetti positivi della mia esperienza evangelica e anglicana, ma diventando cattolico li ho affermati ancor di più.

Il cattolicesimo evangelico riunisce tre grandi correnti della vita contemporanea della Chiesa: quella biblica, quella carismatica e quella liturgica. Possono essere viste come rappresentanti della mente, dello spirito e del corpo. Nel cattolicesimo evangelico, le attività intellettuali della teologia e dell’erudizione biblica sono equilibrate e portate a un livello più profondo dell’esperienza umana dalla stabilità della liturgia. Allo stesso modo, la liturgia è approfondita dalla predicazione forte, decisa e animata dalla preghiera e dall’adorazione nello Spirito.

Questi tre indirizzi della nostra esperienza cristiana sono vitalmente necessari se vogliamo vivere la pienezza della fede cristiana. La nostra testa, il nostro cuore e il nostro corpo devono essere coordinati con la nostra fede. Dobbiamo pensare, sentire e agire nel mondo per essere pienamente vivi in Cristo.

Le tre caratteristiche sono visibili nel ministero di papa Francesco. La sua vita è radicata nella liturgia e nella preghiera della Chiesa, ma si basa anche sulla teologia e sulla Sacra Scrittura. E queste due dimensioni sono vissute nel suo ministero pubblico vibrante, che proclama un Vangelo radicale e vive il messaggio della buona novella dell’amore di Dio in un mondo che vive nell’oscurità ed è profondamente bisognoso.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

 

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