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Siamo più vecchi: nel DNA le tracce di una nuova storia dell’uomo moderno

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Emanuele D'Onofrio - Aleteia - pubblicato il 27/02/14
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Uno studio condotto presso i laboratori dell’Università La Sapienza di Roma ricolloca nello spazio e nel tempo le nostre origini
La genetica, in questo caso, arriva dove l’archeologia non si è ancora spinta. Uno studio della distribuzione geografica del cromosoma Y umano, ridisegnata attraverso la tecnica di sequenziamento genetico Next-generation sequencing, è arrivato a ricostruire le linee di discendenza maschile più antiche. Quello che è emerso è che probabilmente i padri fondatori di riferimento della nostra specie vivevano in Africa molto prima e molto più ad Ovest di quanto fossili ritrovati hanno sempre lasciato pensare. Della decina di ‘padri fondatori’ da cui è derivata la nostra specie, solo uno di essi sarebbe il capostipite delle linee di discendenza maschile che sono oggi fuori dall’Africa. La ricerca, pubblicata sulla rivista Genome Research e condotta da un gruppo di genetisti dell’Università La Sapienza di Roma in collaborazione con l’Università di Tor Vergata, riapre un capitolo che sembrava chiuso rispetto alle nostre origini, portando anche a riconsiderare i primi movimenti migratori dei nostri antenati. Aleteia ne ha parlato con il Prof. Beniamino Trombetta, genetista e membro del gruppo che ha condotto la ricerca.

Ci racconta come è stata condotta la ricerca?

Trombetta: La ricerca è stata svolta qui nei laboratori de “La Sapienza” in collaborazione con l’Università di Tor Vergata. Le implicazioni sono molteplici. Studiando la diversità genetica del cromosoma Y umano, che è un piccolo cromosoma presente solo negli individui di sesso maschile, abbiamo inserito quelli che sono stati i primi movimenti umani all’interno del continente africano, e abbiamo sottolineato – questa è stata una delle nostre conclusioni principali – l’importanza dell’Africa Occidentale come luogo di origine di Homo Sapiens, cioè dell’uomo anatomicamente moderno. Questo è particolarmente importante perché fino ad adesso ci si era concentrati parecchio sull’Africa Orientale, dove erano stati trovati la maggior parte, se non la quasi totalità, dei fossili dell’uomo anatomicamente moderno, fossili che nell’Africa Occidentale mancano completamente. Quindi noi in questo lavoro non dimostriamo in modo inequivocabile l’origine dell’Homo Sapiens in quella parte del continente, ma riapriamo una porta che si pensava essere chiusa da tempo.

Cosa ci dice questo studio sui primi movimenti della nostra specie?

Trombetta: Poniamo l’accento su un aspetto importante dell’evoluzione dell’uomo anatomicamente moderno, che è l’uscita dall’Africa. C’erano diverse teorie riguardo ai tempi e ai luoghi mediante i quali l’uomo era uscito dal continente africano per popolare l’intero pianeta, e noi anticipiamo di parecchio la data in cui questo è successo; inoltre ipotizziamo che questo potrebbe essere avvenuto dal corno d’Africa verso la penisola arabica, e che successivamente nella penisola arabica l’uomo si sia fermato per diverse migliaia di anni per continuare il popolamento del pianeta. Altri aspetti, che possono sembrare secondari ma non lo sono affatto quando si parla di evoluzione umana, sono quelli concernenti le datazioni dei primi movimenti umani all’interno del continente umano, che sono stati retrodatati di parecchio.

La vicenda del cromosoma Y cosa indica per lo sviluppo della nostra specie?

Trombetta: Il cromosoma Y è un cromosoma che viene ereditato dal padre nei figli maschi, non è presente nelle femmine. Da qui abbiamo potuto ricostruire la storia evolutiva della linea maschile della nostra specie. Noi possiamo dire che l’individuo che ha dato origine a tutta la diversità genetica osservata al giorno d’oggi in tutte le popolazioni del mondo si trovava 200.000 anni fa molto presumibilmente in Africa Occidentale. Questo non significa che all’epoca esistesse lì un solo uomo; significa piuttosto che sicuramente c’erano diversi uomini, diverse linee di discendenza, ma che al giorno d’oggi tutte queste linee di discendenza sono andate estinte. E si trova l’unica linea di discendenza posseduta da questo individuo.

L’Homo Sapiens condivide con noi tutte le caratteristiche anatomiche e razionali?

Trombetta: Noi siamo Homo Sapiens, noi parliamo di uomo anatomicamente moderno. Anche nello studio che abbiamo realizzato in passato parliamo di individui che sono vissuti 200.000 anni fa che avevano le nostre stesse caratteristiche anatomiche. Questo è importante, non parliamo di uomini arcaici. Parliamo di uomini che anatomicamente già sono indistinguibili da noi. In termini spiccioli, se prendessimo uno di questi ipotetici uomini e lo mettessimo in una metropolitana, vestito di tutto punto esattamente come un uomo moderno sarebbe indistinguibile. Da un punto di vista razionale, invece, non ne sono sicuro che sia così, perché non è stato approfondito quale sia stato lo sviluppo della cultura dell’Homo Sapiens. Rimangono dei dubbi riguardo alle sue attività culturali. Forse un antropologo avrebbe su questo idee più chiare.

È comunque certo che l’uomo moderno sia nato in Africa?

Trombetta: L’uomo moderno è nato in Africa. Noi rimettiamo in discussione il luogo d’origine, senza dare, ripeto, una risposta definitiva. Semplicemente riapriamo una finestra che sembrava essersi socchiusa. Si tendeva a pensare che l’origine dell’Homo Sapiens fosse in Africa Orientale dove si erano trovati la maggior parte dei fossili, sia quelli più antichi dell’Homo Sapiens, sia quelli delle specie a lui precedenti. Una visione simile c’è stata anche in un lavoro che è uscito di recente dall’analisi del DNA mitocondriale che, anche se la cosa è meno precisa rispetto alla nostra ricerca, ugualmente sembra radicare l’uomo nell’Africa Occidentale. Il DNA mitocondriale è un DNA che si eredita solo da parte della madre. Noi abbiamo una parte maschile, nella nostra storia evolutiva, che studiamo con il cromosoma Y, e quella mitocondriale, che riguarda le femmine.

Quali nuove strade apre questa vostra ricerca?

Trombetta: Tanto per cominciare, questa nuova ricerca riguardo l’Africa Occidentale potrebbe stimolare colleghi antropologi e genetisti a intensificare eventuali ricerche di resti fossili e archeologici in quella parte del continente. Per tutta una serie di motivazioni le ricerche sono state sempre abbastanza scarse da quelle parti. Per quanto riguarda il mio lavoro, sicuramente sarà importante concampionare altri campioni in Africa occidentale per cercare di rendere le datazioni che noi abbiamo individuato sempre più precise. Lo scopo è capire quali sono stati i movimenti della nostra specie all’interno del continente africano, soprattutto per dare una risposta definitiva a quelli che sono stati i movimenti nel momento in cui l’uomo moderno è uscito dall’Africa, e su come ha dato origine a tutta la diversità genetica non africana presente al mondo. Quindi, cercheremo di datare meglio le tappe migratorie una volta che è uscito dal continente africano non solo dal punto di vista temporale, ma anche dal punto di vista geografico.

Cosa spingeva i nostri antenati a muoversi?

Trombetta: Immaginiamo che le motivazioni fossero associate ai bisogni primari dell’uomo: sicuramente il cibo, e molto probabilmente il clima, che ti portava a muoverti per cercare di sopravvivere. Per quanto riguarda l’adattamento a climi più freddi esistono varie teorie: una di queste sosteneva che il patrimonio genetico dell’Homo di Neanderthal, che già popolava l’Europa, poteva aver contribuito ad ottimizzare l’adattamento dell’Homo Sapiens ai climi più fred
di trovati in Europa.
 

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