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Il padrino di Battesimo, solo perché “si usa”?

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SIC - pubblicato il 27/02/14
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Una figura da riscoprire al di là degli impegni sociali e familiaridi mons. Alfonso Milián

Ricordo con gioia e gratitudine quando ero parroco. Ci sono stati momenti molto gratificanti e perfino emotivi. Quando parlavo con i genitori che venivano a chiedere il Battesimo per il proprio figlio nato da poco, vedevo in loro l’emozione di essere genitori, e a volte non trovavano parole per esprimere ciò che provavano.

Cercavo di far sì che l’accoglienza fosse più calorosa possibile, perché è un momento chiave per la famiglia. Oltre a porgere i miei auguri, presentavo il progetto della parrocchia per preparare i genitori e i padrini a un momento tanto decisivo nella vita dei figli. Quasi tutti accettavano la proposta e risolvevano le difficoltà di orario che a volte si presentavano per assistere agli incontri.

C’era tuttavia anche qualcuno che non comprendeva la necessità di una preparazione dei genitori, e ancor meno dei padrini. A volte avevano previsto padrini che non erano cresimati o non avevano l’esperienza di fede indispensabile per svolgere la missione che la Chiesa affida a un padrino di Battesimo, e bisognava sforzarsi per farglielo capire.

Quando voi sacerdoti e catechisti mi parlate delle difficoltà che incontrate nella pastorale prebattesimale, vi comprendo perfettamente. Con questa lettera voglio incoraggiarvi a continuare ad aver cura di questi momenti di evangelizzazione che portate avanti in occasione delle catechesi a questo e ad altri sacramenti.

Bisogna tener presenti i criteri e gli orientamenti che la Chiesa ha segnalato per ricevere i sacramenti, e in modo particolare cosa significa essere padrino di Battesimo. Nella celebrazione battesimale, i genitori garantiscono solennemente la propria decisione di trasmettere la fede ai figli, e di farlo aiutati dai padrini. Genitori e padrini dovranno dare un esempio di vita cristiana a chi verrà battezzato, dentro casa e partecipando alla vita della Chiesa, soprattutto nell’Eucaristia domenicale. Per questo la parrocchia offre questo mezzo di formazione che sono le catechesi prebattesimali, e ricorda ai genitori che devono scegliere dei padrini idonei, sia per la loro maturità umana e cristiana che per la disposizione a collaborare con loro nella crescita della fede del battezzato.

Questa idoneità dei padrini si concretizza in vari aspetti: appartenere alla Chiesa cattolica, essere cresimati, aver ricevuto l’Eucaristia, condurre una vita conforme alla fede e alla missione che assumono e non essersi allontanati dalla Chiesa con un atto formale di apostasia.

Raccomando ai genitori di notificare alla parrocchia il proprio desiderio di battezzare i figli con sufficiente anticipo perché possano organizzarsi e partecipare alle catechesi prebattesimali. Sarebbe molto bello e li aiuterebbe molto a vivere la nascita del figlio come un dono di Dio se partecipassero a queste catechesi prima della nascita del figlio che aspettano.

Sono certo che voi sacerdoti continuerete ad accogliere cordialmente i genitori e li aiuterete a superare le situazioni di conflitto che esistono a volte. E invitate i fedeli adulti che non sono cresimati a ricevere questo sacramento, che completa il Battesimo e offre il dono dello Spirito Santo per crescere nella vita cristiana.

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*monsignor Alfonso Milián Sorribas è vescovo di Barbastro-Monzón.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]
 

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