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L’Evangelii Gaudium è un monito per chi fa informazione

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Aldo Maria Valli - Vinonuovo.it - pubblicato il 20/02/14
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Dobbiamo cercare di avere dei media che parlino più dei fatti e meno delle opinioni che spesso dividono
Nel dibattito che giustamente Vino Nuovo (sempre grazie di tutto!) ha innescato sui mass media di ispirazione cristiana (preferisco definirli così piuttosto che "cattolici", per evitare ogni tentazione di sapore clericale) mi sembra utile puntare l’attenzione su alcuni principi enunciati da papa Francesco nella Evangelii gaudium. Anche se Francesco, nel suo documento, non aveva in mente in modo specifico la questione dell’informazione, ma quella, di più ampia portata, del bene comune e della pace sociale, credo sia importante sottolineare la sua riflessione.

Primo principio: "Il tutto è più della parte". Bisogna ricordarsene sempre, specie davanti a certe derive interne, caratterizzate da uno spiccato particolarismo. Sottolineare che "il tutto è più della parte" significa tener bene a mente perché si fa informazione da una certa prospettiva, mettere sempre al primo posto le ragioni di fondo del proprio impegno, rendersi consapevoli della grandezza e della bellezza della propria missione. Significa anche saper vedere le connessioni tra i fenomeni che si osservano e scorgervi il disegno di Dio.

Secondo principio: "L’unità prevale sul conflitto". Questo calza a pennello per un mondo, quello dei "nostri" media, che troppo spesso rischia di perdersi nelle questioni di corto respiro o, peggio, nelle contrapposizioni meschine, come se il problema principale fosse difendere i propri orticelli. E tutto questo nell’epoca dell’interconnessione! Se c’è qualcuno che dovrebbe ricordare che l’unità prevale sul conflitto è il cristiano, perché Gesù "ha unificato tutto in Sé": il cielo e la terra, la carne e lo spirito, la persona e la comunità. Non si tratta di ignorare il conflitto, di voltare la testa dall’altra parte, ma di non lasciarsi intrappolare nelle divisioni. C’è un "piano superiore" al quale puntare.

Terzo principio: "Il tempo è superiore allo spazio". La tensione, che tutti viviamo, tra "la congiuntura del momento" e "la luce del tempo" va risolta a favore della seconda, altrimenti si rimane entro un orizzonte asfittico, troppo circoscritto. Qui ci vuole proprio una citazione integrale dal documento del papa: "Questo principio permette di lavorare a lunga scadenza, senza l’ossessione dei risultati immediati. Aiuta a sopportare con pazienza situazioni difficili e avverse, o i cambiamenti dei piani che il dinamismo della realtà impone". E ancora: "Uno dei peccati che a volte si riscontrano nell’attività socio-politica consiste nel privilegiare gli spazi di potere al posto dei tempi dei processi. Dare priorità allo spazio porta a diventar matti per risolvere tutto nel momento presente, per tentare di prendere possesso di tutti gli spazi di potere e di autoaffermazione. Significa cristallizzare i processi e pretendere di fermarli. Dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi. Il tempo ordina gli spazi, li illumina e li trasforma in anelli di una catena in costante crescita, senza retromarce". Si tratta, dice Francesco, di privilegiare "le azioni che generano nuovi dinamismi". Bello! "Senza ansietà, però con convinzioni chiare e tenaci".

Quarto principio: "La realtà è superiore all’idea". Come tra spazio e tempo, esiste una tensione anche tra realtà e mondo delle idee, e Francesco non ha dubbi: tra le due "si deve instaurare un dialogo costante, evitando che l’idea finisca per separarsi dalla realtà". È pericoloso e decisamente poco costruttivo vivere nel regno delle sole idee (specialmente se le idee sono soltanto le nostre!) senza fare i conti con la realtà per quella che è. Per chi fa informazione, poi, è anche un peccato mortale, perché spinge a dipingere una realtà diversa da quella effettiva. Essere consapevoli che la realtà è superiore all’idea, spiega Francesco, "implica di evitare diverse forme di occultamento della realtà", come "i purismi angelicati" o "i progetti più formali che reali", o anche "i fondamentalismi antistorici, gli eticismi senza bontà, gli intellettualismi senza saggezza".
"L’idea staccata dalla realtà – scrive a questo proposito Francesco – origina idealismi e nominalismi inefficaci, che al massimo classificano o definiscono, ma non coinvolgono. Ciò che coinvolge è la realtà illuminata dal ragionamento". Se si vive con idee staccate dalla realtà, "si manipola la verità". E qui il papa è chiaro: "Ci sono politici, e anche dirigenti religiosi, che si domandano perché il popolo non li comprende e non li segue, se le loro proposte sono così logiche e chiare. Probabilmente è perché si sono collocati nel regno delle pure idee e hanno ridotto la politica o la fede alla retorica".

Forse ho forzato un po’ la mano a papa Francesco applicando il suo ragionamento alla sfera dei mass media di ispirazione cristiana, però trovo che se, rileggendo l’ultima citazione, alle parole "politica" e "fede" aggiungiamo "informazione" e "giornalismo", l’insegnamento di Francesco ci tocca da vicino!

Qui l’originale

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