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Il carisma degli ultimi tre papi secondo il portavoce vaticano

ITALY, Rome : Vatican spokesman father Federico Lombardi gives a press conference at the Foreign Press Association (Stampa Estera) in Rome on April 24, 2013. AFP PHOTO / GABRIEL BOUYS

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Cadena COPE - pubblicato il 06/02/14
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Per padre Lombardi, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco hanno carismi diversi, ma tutti arricchiscono la ChiesaPadre Federico Lombardi ha compiuto un'analisi dei pontificati di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e anche di papa Francesco. Con quest'ultimo, ha affermato, “tutta la comunità si sente in cammino”. Dall'altro lato, ha negato che il nuovo Santo Padre rappresenti una grande rivoluzione per la Chiesa.

Il portavoce vaticano ha spiegato ai microfoni di Radio Cope in cosa consiste il lavoro della Santa Sede: “È complicato, perché la Santa Sede non è soltanto il papa, ci sono varie realtà: Segreteria di Stato, dicasteri, Città del Vaticano, magistratura… Il mio lavoro consiste nel coordinare le informazioni, anche se il grande protagonista è il papa. Io sono al suo servizio, siamo solo collaboratori”.

“Per me è un privilegio svolgere questo lavoro; è un grande servizio all'umanità parlare di giustizia, di grandi valori, dell'aiuto ai poveri. Questo è alla base del nostro lavoro. È un privilegio lavorare con i papi per portare la Buona Novella all'umanità”.

Lombardi è stato il portavoce di due pontefici, che ha conosciuto bene. “Giovanni Paolo II aveva un carisma di comunicazione con le masse, con i giovani, aveva un'incredibile capacità di dialogare con loro, e con i suoi viaggi era un maestro dell'umanità, delle Nazioni. Dava una visione universale grandiosa, aveva la capacità di dire a ogni popolo qual era la sua responsabilità”.

“Benedetto XVI è un grande intellettuale, un grande teologo e un professore con la capacità di spiegare idee profonde con ordine e coraggio, per dire quali sono i rischi della cultura di oggi. Non aveva il carisma di comunicazione degli altri papi, ma un carisma di profondità nei concetti e nei contenuti, che ha offerto una grande ricchezza alla Chiesa”.

“E Francesco ha la capacità di abbattere tutte le distanze. La sua comunicazione con i fedeli è così diretta che tutti sentono che il papa è qui. Non c'è alcuna distanza né difficoltà di comunicazione. È una questione di linguaggio e di gesti spontanei, una cosa meravigliosa. È un grande dono per la Chiesa avere un papa presente e vicino”.

Il portavoce della Santa Sede ha quindi sottolineato il contributo di Giovanni Paolo II alla Chiesa: “Un pontificato lungo come quello di Giovanni Paolo II è particolare, è tutta una vita. La ricchezza delle varie tappe della vita è stata una testimonianza per tutti”.

P. Lombardi ricorda bene un fatto recente: la rinuncia di Benedetto XVI. “Questa decisione non è stata un sorpresa totale, perché negli ultimi mesi abbiamo capito che le sue forze stavano diminuendo. Aveva riflettuto molto sulla sua responsabilità di poter esercitare bene il proprio ministero. Nel libro 'Luce del mondo' lo ha spiegato chiaramente”.

“Anni prima aveva detto che se un papa ha la coscienza di non essere capace di svolgere bene il suo lavoro deve rinunciare. Quando ha sentito che le sue forze non erano più quelle di una volta ha rinunciato”.

P. Lombardi è testimone diretto del rapporto esistente tra papa Francesco e Benedetto XVI: “È molto buono, molto amichevole, molto cordiale. Ci sono stati vari incontri diretti e sono sempre in contatto telefonico”.

Quello che è chiaro è che il nuovo papa ha inaugurato un nuovo stile: “Ci sono vari segnali significativi di un nuovo stile. Il fatto di risiedere nella Casa Santa Marta è molto importante. La Messa del mattino ha un'omelia nella quale egli mostra una vita sacerdotale pastorale molto semplice e quotidiana. Il magistero della Chiesa ha una continuità. Alcuni pensano che sia in atto una grande rivoluzione, ma non è vero”.

“Quello che Francesco ha cambiato è stato l'accento sulla percezione che le persone avevano del messaggio della Chiesa. Ha sottolineato l'aspetto positivo, l'amore di Dio per tutti. Le persone hanno capito che la missione della Chiesa è annunciare la buona novella. I suoi gesti non hanno frontiere nella sua comunicazione. Per lui, sono tutti benvenuti. Con gli altri papi era lo stesso, ma con Francesco questo è diventato più evidente per tutti. Fa molte telefonate, una cosa nuova per il mio lavoro”.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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