Qualcuno mette ancora seriamente in dubbio le credenziali pro-vita di papa Francesco?
Come il suo omonimo, papa Francesco predica con i fatti. Usa gesti potenti e azioni simboliche per comunicare il Vangelo in un’era dal forte carattere visivo. Quando un bambino è salito sul palco e lo ha abbracciato, il pontefice gli ha permesso di rimanere lì. In Brasile, ha stretto un bambino tra le braccia e ha pianto quando il piccolo gli ha detto di voler diventare sacerdote. Il papa cerca spesso i bambini, ricordandoci le parole e le azioni di Gesù, che ha abbracciato i piccoli per benedirli e ha detto ai suoi discepoli “Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite”.
La scorsa settimana abbiamo visto l’enfasi continua da parte del papa sul valore dei bambini e sulla santità di vita. Nella celebrazione domenicale del Battesimo del Signore, la Cappella Sistina era gremita per la tradizionale cerimonia in cui il papa battezza dei bambini. In un positivo messaggio pro-vita, il pontefice ha detto ai genitori di non preoccuparsi se i loro figli facevano rumore: “Oggi canta il coro, ma il coro più bello è questo dei bambini che fanno rumore”. In modo naturale e sano, ha anche incoraggiato le donne ad allattare i propri figli, perché erano le persone più importanti in quella sede.
Lunedì, in un discorso al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, papa Francesco ha parlato con vigore contro l’orrore dell’aborto dicendo che “desta orrore il solo pensiero che vi siano bambini che non potranno mai vedere la luce, vittime dell’aborto”. Il suo commento si inseriva nel contesto della critica verso una “cultura dello scarto”, in cui la vita umana è usa e getta. Non solo nell’aborto, ma anche negli abusi, nel caso dei bambini soldato e nel traffico di esseri umani i bambini sono usati, abusati e poi gettati via.
Alcuni cattolici hanno criticato papa Francesco per non aver parlato di più contro l’aborto. È una visione miope; l’aborto è un crimine terribile, ma come ci insegna il pontefice è un sintomo di una malattia molto più profonda nella nostra cultura – una malattia in cui ogni vita umana è considerata un prodotto a disposizione. Gettiamo via la gente se non ci dà piacere o se ci costa troppo denaro. Attraverso pornografia, bassi salari, prostituzione, ingiustizia economica e schiavitù, abusiamo delle persone e le usiamo per i nostri scopi egoisti, e poi le scartiamo quando non sono più volute.
L’aborto è solo un sintomo orribile del più grande orrore della nostra società.
Papa Francesco abbraccia i bambini davanti ai nostri occhi perché possiamo vedere cosa stiamo facendo. Il suo messaggio non è semplicemente una tirata contro l’aborto, ma un messaggio pro-vita positivo, consistente e potente. I cattolici sono chiamati, come Cristo, ad amare non solo l’umanità, ma ogni essere umano. Ogni anima è un tesoro eterno prezioso creato a immagine di Dio. Ogni bambino, afferma papa Francesco, ha il volto di Cristo Signore. Quando vediamo un bambino bellissimo, vediamo una bellissima vita umana. Quando vediamo un anziano bellissimo nello stadio finale della vita, vediamo una bellissima vita umana. Quando soffriamo con una persona disabile o abbiamo compassione dei poveri e dei malati, stiamo affermando la vita umana e dando valore a ogni momento del fantastico dono divino della vita.
Noi cattolici ci opponiamo all’aborto perché siamo a favore della vita. I cattolici sono anche contro la guerra, il terrorismo, la pornografia, la prostituzione, il traffico di esseri umani, la schiavitù dei bassi salari, la povertà, l’eutanasia, la crudeltà verso i disabili, l’ingiustizia verso gli anziani, l’oppressione economica. Perché? Perché siamo innamorati della vita.
Questo amore per la vita è simboleggiato nel modo più potente dal nostro amore per i bambini. Con un cuore aperto, una mente aperta e braccia aperte, diciamo non solo “Lasciate che i bambini vengano a me”, ma “Lasciate che tutti i figli di Dio vengano a me”. L’amore per i bambini è l’amore per la vita umana, e c’è una lezione ulteriore: quando il papa abbraccia i bambini, ci ricorda che Cristo cerca ciascuno di noi con un invito ad amare e un abbraccio alla vita.
Per ricevere quell’amore e quella vita, ci è richiesto di diventare innocenti e liberi come un bambino. Dio deve essere, come insegna Santa Teresa, nostro papà, e noi dobbiamo diventare come bambini, ascoltando le parole del Signore: “Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli”.
P. Dwight Longenecker è parroco della chiesa di Nostra Signora del Rosario a Greenville (South Carolina, Stati Uniti). Il suo ultimo libro, “The Romance of Religion”, verrà pubblicato da Thomas Nelson a febbraio.
Traduzione a cura di Aleteia