Nessun preavviso via nunziatura agli interessati. Il neo porporato del Nicaragua Leopoldo Brenes commenta la “speciale metodologia” del Papa
Dom Orani Tempesta non ha avuto nemmeno il tempo di modificare la tradizionale colonna che tutti i lunedì pubblica sul Jornal do Brasil, che infatti è puntualmente apparsa sul quotidiano carioca con la meditazione dedicata a San Sebastiano, patrono della città di Rio de Janeiro che si avvia verso le celebrazioni dei 450 anni dalla fondazione. A piede la firma di sempre: “Dom Orani João Tempesta, cistercense e arcivescovo di Rio de Janeiro”. Il nuovo cardinale brasiliano si trovava sulla punta del Corcovado, ai piedi del celebre Cristo con le braccia aperte sulla città, “quando o Papa anunciou meu nome”. Ha poi aggiunto di aver provato “un brivido nella schiena (um friozinho na barriga) appena gli hanno comunicato che nella lista dei 19 c’era anche lui. Poco dopo, alle 16,33 di domenica, la CNBB aggiornava la sua pagina web con la notizia e le felicitazioni dei vescovi basiliani al neo cardinale, mettendo in linea il messaggio del segretario generale dom Leonardo Ulrich Steiner, che ricordava tra le altre responsabilità espletate da dom Orani Tempesta quella di “anfitrione della Giornata Mondiale della Gioventù, svolta con dedizione e generosità accogliendo il Santo Padre e migliaia di pellegrini venuti da tutte le parti del Brasile e del mondo”.
Quanto mai sorpreso il nuovo cardinale di Haiti Chibly Langlois, attuale arcivescovo di Les Cayes e presidente della conferenza episcopale haitiana. “Una benedizione per il paese” ha subito commentato, registrando l’altrettanto sorprendente coincidenza della propria designazione con il giorno di quattro anni fa, quando il terremoto ha devastato Haiti provocando 300 mila morti e un milione e mezzo di sfollati.
Anche il salesiano italo-cileno Ricardo Ezzati, attuale arcivescovo di Santiago del Cile e presidente della conferenza episcopale, l’ha saputo al mattino dai giornali, aggiungendo di “voler avvicinare la chiesa cilena ai valori di papa Francesco”. Ha poi messo le mani avanti sul ritorno in Cile dopo il viaggio a Roma per ricevere la berretta auspicando di essere ricevuto “con le caratteristiche che ha mostrato il Papa, che è molto poco amico dell’ostentazione”.
Nell’entourage di Mario Aurelio Poli, altro prelato dalla forte ascendenza italiana, la nomina è meno prevista di quanto si possa pensare. Molti, infatti, ritenevano che la porpora non sarebbe arrivata così presto, e che il successore di Bergoglio a Buenos Aires dovesse aspettare almeno un turno prima dell’onore cardinalizio.