“Donare per curare”, il 1° Rapporto sulla povertà sanitaria curato dal Banco Farmaceutico insieme a Caritas italiana
Dal 2007 al 2012 la povertà assoluta in Italia è cresciuta di circa il 60% della popolazione, arrivando a coinvolgere 4,8 milioni di persone. E non c’è solo il bisogno di cibo e vestiario: anche le medicine sono diventate un indicatore di una difficoltà economica crescente. Lo rivela il 1° Rapporto sulla povertà sanitaria “Donare per curare” dell’Osservatorio nazionale sulla donazione dei farmaci della Fondazione Banco Farmaceutico, realizzato in collaborazione con Caritas italiana e presentato il 14 gennaio a Roma.
Le famiglie povere spendono 16,34 euro al mese per la salute: il 2% del budget familiare, un quinto rispetto alle altre famiglie che spendono in media 92,45 euro (pari al 3,7% dell’intero budget familiare). Dei 16 euro “investiti”, 12,50 sono destinati ai farmaci, un rimedio spesso più economico rispetto ad altre terapie. E sempre più sono gli italiani che per curarsi, si sono rivolti agli enti caritativi chiedendo aiuto: 680 mila persone nel 2013, il 51% donne e il 57% delle quali italiane, sottolinea il 1° Rapporto sulla povertà sanitaria. Più di un assistito su tre è un minore.
Lo studio è stato curato dall’Osservatorio nazionale sulla Donazione dei farmaci (Odf), composto da ricercatori dell’Università Cattolica e dell’Università statale di Milano, che hanno incrociato una serie di dati: quelli forniti da fonti statistiche ufficiali, quelli delle Giornate annuali per la raccolta del farmaco, quelli delle donazioni fatte dalle aziende di settore e le informazioni dei sistemi di monitoraggio degli oltre 1.500 enti caritativi della rete del Banco farmaceutico. Con Odf la Fondazione Banco alimentare (Fbf) propone la prima fonte di conoscenza pubblica permanente sui temi della povertà sanitaria, colmando un vuoto non riempito da fonti ufficiali (Rete 100 Passi 14 gennaio).
Tra il 2007 e il 2013 la Fbf ha incrementato la raccolta di farmaci del 241%. I farmaci donati nell’ultimo anno sono stati 1.162.859. Questo aumento è dovuto da un lato alla crescita delle donazioni durante la Giornata annuale di raccolta del farmaco (Grf, +23%), dall’altro al boom delle donazioni aziendali (+1345%). Il trend di forte crescita della povertà ha però aumentato la forbice tra bisogno e capacità di risposta attraverso le donazioni. Se nel 2007 la Grf riusciva a coprire quasi il 55% delle richieste, nel 2013 la copertura del bisogno è scesa al 43,2%. Dal punto di vista economico, la Fbf ha distribuito nel 2013 farmaci per oltre 8 milioni di euro, rispetto ai 2,1 milioni di euro del 2007. Il 75% di questo valore è oggi garantito dalle aziende (era il 15% nel 2007) (Quotidiano sanità 14 gennaio).
La prossima raccolta di farmaci inutilizzati per aiutare chi ha difficoltà a curarsi si svolgerà l’8 febbraio, promossa dal Banco Farmaceutico in 3.500 farmacie italiane. Una mano potrebbe darla anche il Parlamento, ha sottolineato il presidente della Fondazione Banco Farmaceutico Paolo Gradnik, dove sono fermi diversi progetti di legge sul tema della donazione dei farmaci. “Sarebbe di grande aiuto che questi progetti si sbloccassero, perché renderebbero più facile donare farmaci da parte delle industrie senza peraltro prevedere alcun costo”. La raccolta di quest’anno sarà dedicata soprattutto ai farmaci da banco. “Sono proprio i farmaci che il cittadino deve pagare da solo che mettono più in difficoltà le famiglie povere – spiega Gradnik -, che magari non riescono neanche a curare la tosse o la febbre” (Corriere.it 14 gennaio).
Il malato rischia di essere nella condizione di più povero tra i poveri, come ha sottolineato il direttore di Caritas Italiana, mons. Francesco Soddu intervenendo alla presentazione. “Fin dall’inizio del suo mandato – ha affermato Soddu – papa Francesco ha esortato a porre la massima attenzione alle ‘periferie esistenziali’ e il legame tra povertà, bisogni sanitari e umanizzazione delle cure entra a pieno titolo in questo discorso”. Secondo il direttore nazionale della Caritas “il malato si ritrova ad essere povero tra i poveri: in definitiva il più povero. E’ in questo contesto che si inscrive il valore della fondazione Banco farmaceutico e la sua idea di sussidiarietà, come sguardo dal basso e non ideologico sui limiti del sistema sanitario”. Soddu ha poi ricordato che “le disuguaglianze sulla salute delle persone sono ancora troppo elevate, basti pensare che la mortalità delle persone povere, in alcuni casi è addirittura cinque volte più elevata che in quelle ricche” (Avvenire 14 gennaio).