La Chiesa non è la vecchia Europa, nella Chiesa non ci sono onorificenze e il Sinodo dei vescovi va preso sul serioL'annuncio dei nomi dei primi cardinali scelti da papa Francesco suscitava aspettative, perché mostra la sua visione della Chiesa, soprattutto in questo momento di riforma della Curia Romana.
La lista dei 19 futuri porporati, provenienti da 12 Paesi, permette di trarre conclusioni piuttosto evidenti sulle intenzioni del vescovo di Roma.
La Chiesa non è la vecchia Europa
Tra i nuovi cardinali, mancano nomi di Paesi che per secoli hanno monopolizzato le berrette cardinalizie: Spagna, Francia, Belgio o Stati Uniti. Si possono vedere invece vescovi che guidano diocesi sconosciute, come quella di Cotabato, nell'isola delle Filippine di Mindanao, o quella di Les Cayes a Haiti. Nessuno aveva previsto né poteva prevedere queste nomine.
Nominando i presuli di queste due sedi, così come arcivescovi di Paesi come il Burkina Faso, la Costa d'Avorio o il Nicaragua anziché elevare arcivescovi di storiche città europee, il papa sta lanciando un messaggio chiaro e forte: la Chiesa non è la vecchia Europa, non è un'istituzione ancorata al passato. La Chiesa è universale ed è vicina ai poveri, agli ultimi, a tutte le periferie del pianeta.
Nella Chiesa non ci sono onorificenze
La stessa constatazione offre un secondo messaggio molto chiaro di questo pontefice: nella Chiesa non ci sono diocesi di serie A e diocesi di serie B. Essere cardinale non vuol dire godere di privilegi o fare carriera.
Nel caso in cui non fosse stato abbastanza chiaro, il papa ha inviato una lettera molto diretta ai cardinali nominati di recente: “Il cardinalato non significa una promozione, né un onore, né una decorazione; semplicemente è un servizio che esige di ampliare lo sguardo e allargare il cuore”.
“Perciò ti chiedo, per favore, di ricevere questa designazione con un cuore semplice e umile. E, sebbene tu debba farlo con gaudio e con gioia, fa’ in modo che questo sentimento sia lontano da qualsiasi espressione di mondanità, da qualsiasi festeggiamento estraneo allo spirito evangelico di austerità, sobrietà e povertà”, aggiunge il papa.
Il Sinodo va preso sul serio
C'è poi una nomina significativa. Il papa ha nominato cardinale l'arcivescovo Lorenzo Baldisseri, che ha nominato di recente segretario generale del Sinodo dei vescovi. C'erano altre cariche tradizionalmente cardinalizie nella Curia Romana di cui il papa non ha voluto tenere conto, e tuttavia ha nominato questo arcivescovo, che svolge un incarico che negli ultimi anni non era stato cardinalizio.
Dando un ruolo forte al nuovo coordinatore del Sinodo dei vescovi, il papa sta manifestando la grande importanza che pensa di dare a questa istituzione nel suo pontificato. Le riunioni sulla riforma della Curia Romana realizzate dalla commissione di 8 cardinali nominata da Francesco sono iniziate proprio dalla riforma e dal potenziamento del Sinodo dei vescovi.
In questa istituzione Francesco vede l'ambiente naturale per promuovere la collegialità, la collaborazione tra i vescovi del mondo e il papa, tra le diocesi e la Santa Sede. Il messaggio è chiaro. Il prossimo Sinodo sulla famiglia, che si celebrerà a ottobre in Vaticano, ne sarà la prova.
Il papa ha lanciato altri messaggi con gli arcivescovi scelti? Dicci la tua qui sotto, nello spazio dedicato ai commenti.