Studi differenti indicano che molto spesso la causa del disagio giovanile è l’assenza della figura paternadi Raffaele Buscemi
All'estero si cominciano a fare i conti con i danni sociali provocati dalle famiglie che si disgregano col il divorzio. Qualche tempo fa la Svezia aveva aperto una riflessione sull'alto tasso di divorzi, grazie a uno studio in cui si è rilevato che negli ultimi 40 anni il crescere di forme alternative al matrimonio tradizionale non avesse affatto diminuito i disagi dovuti al divorzio. Così come è aumentato a dismisura il disagio psicologico dei cittadini causato dalle conseguenze dell'alto numero di separazioni.
Adesso tocca al Regno Unito dove una ricerca ha messo in correlazione i ragazzi che hanno partecipato alle sommosse di Tottenham a Londra, nel 2011, e le loro famiglie di provenienza.
Il risultato ha dimostrato che la maggior parte delle "famiglie problematiche" della Gran Bretagna, è composta da nuclei familiari in cui manca il padre. Poco cambia che si parli di orfani o di coppie divorziate in cui il genitore non può vedere spesso i figli. Si tratta di almeno 72.000 famiglie, in situazione di disagio economico o sociale, senza una figura paterna e senza alcun tipo di modello nel ruolo maschile. Il quotidiano britannico Telegraph ha fatto notare che questi numeri confermano quanto già emerso dal rapporto sugli arresti seguiti agli attacchi del 2011 nel quartiere di Tottenham, durante i quali centinaia di giovani avevano distrutto negozi e banche. Il report parlava di «mancanza del modello maschile» per la maggioranza degli arrestati. Quando ai ragazzi è stato chiesto a chi fanno riferimento nella vita, le risposte sono state «a un calciatore o a una star, mentre vent’anni fa rispondevano al padre o il nonno»
Oltre alla delinquenza dilagante, anche il costo sociale della mancanza di padri è enorme: gli aiuti alle famiglie in difficoltà pesano per 9 miliardi di sterline all’anno sulle tasche dei contribuenti. Per questo il primo ministro David Cameron ha sottolineato che il ruolo della famiglia è uno dei problemi più urgenti che la Gran Bretagna deve affrontare. Eric Pickles, ministro degli Enti locali, ha affermato che «queste famiglie in difficoltà sono in totale caduta libera. L'assenza di una figura paterna positiva è un problema enorme: spesso i padri che sono presenti hanno gravi dipendenze da droghe e alcool e non hanno neanche un lavoro».
Anche negli Stati Uniti si sono fatte riflessioni simili mettendo però in relazione i ragazzi protagonisti di sparatorie nelle scuole con la loro condizione familiare. Un filo comune, e in gran parte inosservato, che lega insieme la maggior parte di loro è che vengono da famiglie segnate dal divorzio o da un padre assente. Se si controlla la "lista di attacchi nelle scuole degli Stati Uniti" di Wikipedia si può notare come spesso ci sia di mezzo un giovane i cui genitori sono divorziati o mai sposati. Secondo un interessante articolo di Mercator.net una nazione che cerca di dare un senso a queste sparatorie, apparentemente legate solo ai raptus di follia, deve anche affrontare la scomoda verità che le turbolenze all'interno delle famiglie diventano spesso i disagi e le turbolenze che finiscono sulle strade o nelle scuole.
Tornando in Gran Bretagna, già nel 2006 il rapporto “Breakdown Britain” di Duncan Smith, ministro del Lavoro inglese, consegnato al premier David Cameron, dimostrava che il 70 per cento dei giovani delinquenti proviene da famiglie monoparentali e metteva in luce con i numeri i nessi tra disagio familiare e abuso di alcol e droghe. Nell’analisi di Smith emerge che un’unione di fatto su due si rompe prima del quinto anno di età del primo figlio, mentre per le coppie sposate lo stesso accade in un caso su dodici. Tre quarti delle separazioni di coppie con figli riguardano unioni di fatto. Con effetti sui figli preoccupanti: la probabilità di fallire a scuola è del 75 per cento maggiore rispetto ai coetanei che vivono in famiglie unite, quella di diventare tossicodipendenti è maggiore del 70 cento.