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Siamo davvero liberi? Risposta del professore Rémi Brague

21 janvier 2010 : Rémi BRAGUE, écrivain, philosophe, universitaire, spécialiste de la philosophie médiévale arabe et juive, professeur de philosophie à l'Université de Paris I. Paris (75), France.

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Solène Tadié - Aleteia Team - pubblicato il 07/01/14
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Interrogato da Aleteia dopo la conferenza su “Dio e la libertà: le radici bibliche dell’idea occidentale di libertà”, Rémi Brague, premio Ratzinger 2012 della teologia, rivela la propria concezione del libero arbitrio.“Fare ciò che si vuole, un bel programma!” scherza il professore riguardo quegli “imbecilli” che avrebbero l’idea barocca di credere nella totale libertà della volontà.

Tornando ai secoli della filosofia e spiritualità occidentale, Rémi Brague mette decisamente in dubbio l’esistenza di un libero arbitrio autonomo e sovrano. Ciò che gli viene spontaneamente in mente è l’esempio di San Paolo che, ricorda, non arriva a fare quel bene che conosce e approva ma, al contrario, persiste nel fare quel male che lo ripugna. In questo, “l’apostolo delle nazioni” già faceva eco al pensiero dei poeti pagani, Ovidio in particolare. Ciò che descrive San Paolo è “l’esperienza fondamentale della debolezza della volontà” commenta Brague.

Alla domanda su quale fosse il contributo del Cristianesimo al vasto problema posto dal libero arbitrio, Rémi Brague considera che il cristianesimo ha il merito di aver ammesso “con coraggio” che noi non facciamo affatto quello che vogliamo. È così che risponde agli “imbecilli” che pretendono di fare ciò che vogliono: “ Ci si illude quando si dice –faccio ciò che voglio-. Nella maggior parte dei casi siamo richiesti, siamo passivi. In altri termini, vogliamo ciò che si vuole che vogliamo. E questo “ciò” può essere una moltitudine di cose. Può essere la pubblicità. L’aria del tempo o anche l’educazione ricevuta…”.
Tuttavia la causa del libero arbitrio non è del tutto perduta, stando a quanto dice il vincitore del premio della Fondazione Ratzinger. C’è un’alternativa a questa predestinazione, e cioè che per esistere il libero arbitrio deve essere liberato. È qui che risiede tutta la forza del Cristianesimo: ci fa ammettere che abbiamo bisogno d’aiuto per essere liberi. Questo aiuto lo chiamiamo Grazia ed è proprio questa l’esperienza umana fondamentale.

Rémi Brague da parte sua riprende l’espressione luterana di “servo arbitrio” (sempre precisando che non condivide affatto la concezione luterana della questione del libero arbitrio), che designa la dipendenza della volontà umana di fronte alla Grazia di Dio, sola e unica via verso la vera libertà.
La libertà, in effetti, è un dono che riceviamo da Dio, non è autonoma, ed è precisamente ciò che il filosofo ci vuole dire quando ricorda che il nostro libero arbitrio, per esercitarsi, ha bisogno di essere liberato.
Potete vedere qui la conferenza del professore Rémi Brague a Roma sulle radici bibliche dell’idea occidentale di libertà.

Traduzione dall'originale francese Silvia Manuelli

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