Le tre proposte della Caritas per queste festeIn una società asfissiata dalla crisi, dalla disoccupazione e dallo scoraggiamento per cercare nuove vie, la Caritas spagnola invita a vivere il tempo di Natale in chiave di speranza, attraverso una campagna che ricorda che “attraverso i nostri gesti, le nostre scelte, i nostri atteggiamenti siamo annuncio di speranza per gli altri”.
Secondo l'organizzazione ecclesiale, l'invito a vivere questo tempo di Natale in chiave di speranza si basa sulla messa in pratica di proposte come queste:
– Dare priorità alle relazioni con gli altri, al tempo che dedichiamo loro, andando loro incontro, prendendo l'iniziativa, accogliendo e ascoltando.
– Consumando con i nostri cinque sensi. Il commercio equo è una buona opzione per avvicinarsi a realtà di altri Paesi e collaborare a un'economia sostenibile per i produttori e le loro famiglie. In questo modo, è possibile riempire il Natale con qualcosa di più dei regali ed essere speranza per gli altri.
– Condividendo qualcosa di noi con quanti ne hanno più bisogno: il nostro tempo, i nostri beni, le nostre capacità… e lasciandosi toccare dalla loro realtà.
Speranza creativa e comunitaria
La speranza proposta dalla Caritas per questo tempo di Natale è allo stesso tempo creativa, comunitaria e misericordiosa.
Creativa perché non si limita a sperare in un mondo migliore, ma si impegna a far sì che sia realmente migliore e si dedica a gettare semi del Regno.
Comunitaria perché quello che speriamo lo speriamo per tutti, visto che la speranza è solidale.
Misericordiosa perché va incontro a chiunque soffre e a tutto ciò di cui ha bisogno. È una speranza samaritana che non lascia sulla via chi è ferito.
Con la campagna di quest'anno, la Caritas chiude un ciclo di campagne istituzionali iniziate nel 2011 e che si sono sviluppate sul tema generale “Vivere semplicemente perché altri possano vivere semplicemente”.
La campagna 2013-14 della Caritas cerca di “constatare e testimoniare che vivendo con semplicità e preoccupandosi del bene comune stiamo aprendo cammini di speranza verso un nuovo modello economico e sociale in cui le persone sono la prima cosa da riscattare e salvaguardare”, ha sottolineato la responsabile della campagna, Eva San Martín.
“Dalla Caritas annunciamo che c'è un altro modo di intendere l'economia e la società basato sulla priorità dell'elemento comunitario, sulla preoccupazione per il bene comune”.
La campagna invita a costruire e a potenziare l'aspetto comunitario, perché questa è l'unica via di umanizzazione e di speranza per fornire una soluzione alle problematiche sociali attuali.
Nelle due campagne precedenti si è posto l'accento sulla denuncia di un modello politico, sociale ed economico che non sta funzionando, che genera più povertà e favorisce la violazione dei diritti umani, oltre ad aprire finestre sulla riflessione, l'autocritica e la ricerca di alternative che aiutino a costruire un nuovo contesto di sviluppo, di economia, di relazione con il lavoro e di convivenza con gli altri.
Per questo motivo questa campagna Caritas sottolinea il grande ruolo che gioca ogni persona, ogni comunità e ogni gruppo come costruttore di speranza in questo momento cruciale della storia.
La dimostrazione che è così sono gli oltre 70.000 volontari che lavorano alla Caritas per dare speranza e che negli ultimi tempi si sono uniti all'organizzazione con la volontà di collaborare o con le proprie donazioni.
Tra tanta brava gente ci sono dalle persone umili che hanno fornito il proprio apporto economico malgrado le difficoltà a quanti hanno ceduto temporaneamente abitazioni che avevano vuote per aiutare famiglie con problemi di sfratto, imprese che hanno offerto gratuitamente i propri servizi o i propri prodotti per le necessità dei più bisognosi o persone che essendo state accompagnate dalla Caritas per uscire da una situazione di esclusione hanno voluto diventare volontarie.