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Gli esperti mettono in guardia contro “preoccupanti tendenze” nel laicismo occidentale

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Catholic News Agency - pubblicato il 20/12/13
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I modelli di cui stiamo parlando non sono come quelli del residuo mondo comunista o del Medio Oriente. Non si tratta di persecuzione in tal senso, ma sta diventando davvero preoccupante.
Esperti in materia di libertà religiosa avvertono i partecipanti di un fine settimana di conferenze a Roma che la discriminazione e la persecuzione contro i cristiani è in crescita in molte regioni del mondo.

Paul Marshall, socio anziano del Centro per la Libertà Religiosa presso l’Hudson Institute, ha parlato delle cause alla base delle attuali persecuzioni anticristiane nel mondo.

"Il laicismo occidentale è aumentato negli ultimi decenni", ha dichiarato Marshall alla CNA in un’intervista del 13 dicembre. "Voglio sottolineare che i modelli di cui stiamo parlando non sono come quelli del residuo mondo comunista o del Medio Oriente. Non è la persecuzione in quel senso, ma sta diventando molto preoccupante."

"Ci sono tendenze molto inquietanti e dobbiamo esserne consapevoli, si tratta di discriminazione sul lavoro, sulla possibilità di parlare apertamente, sulla capacità di vivere la propria fede. Le cose stanno davvero peggiorando in Occidente", ha spiegato.

Ha indicato alcuni recenti esempi di questa discriminazione, tra cui "famiglie tedesche istruite a casa che chiedono asilo negli Stati Uniti; persone licenziate dai loro posti di lavoro perché portavano simboli cristiani".

"Queste sono delle novità e poi il Pew Forum on Religion and Public Life, un importante centro sulle statistiche religiose, dice che i dati in suo possesso che misurano l’ostilità religiosa in Europa occidentale sono ormai alti come quelli riguardanti il Medio Oriente."
Tali situazioni nascono da una mentalità di fondo, ha osservato Marshall. “Ci sono stati, molto energicamente all’interno del sistema educativo, modelli basati sul presupposto che una società laica è una società in cui la religione non ha posto. Essa può essere privata, dentro casa, in chiesa, ma non ha posto nella società in generale."

Piuttosto che una nozione tradizionale, “questo è un nuovo e insolito punto di vista”, che è ulteriormente connesso alla "idea che una società non può davvero essere aperta se la religione è presente."

"Invece di una società aperta a tutti in cui i laici sono liberi, i cristiani sono liberi, ( e ) gli indù sono liberi," la nuova visione della società laica è una "in cui lo Stato detiene una particolare ideologia e chiede che tutti si arrendano ad essa."

Marshall ha descritto il cambiamento nella comprensione come " il passaggio da una società plurale ad una società ideologicamente laica. "

" E questo è preoccupante ", ha sottolineato.

Marshall ha parlato alla conferenza: "Cristianesimo e Libertà: Prospettive storiche e contemporanee", tenutasi il 13 e 14 dicembre presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma. La conferenza è un progetto del Progetto Religious Freedom del Berkley Center della Georgetown University per la Religione, la Pace, e gli Affari del Mondo.
Anche Mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede ha parlato alla conferenza il 13 dicembre, concentrandosi sullo "sfatare il mito erroneo e datato che il cristianesimo sia nemico della libertà personale e di coscienza e che la sua pretesa veritativa conduca necessariamente alla violenza e alla sopraffazione."

"Nulla sarebbe meno accurato storicamente di simili affermazioni." ha detto.

L’Arcivescovo ha evidenziato il legame cruciale tra cristianesimo e libertà, sottolineando che "affonda le proprie radici nell’insegnamento stesso di Cristo."

"La libertà è intrinseca al cristianesimo, poiché, come dice Paolo, «Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi»".

Anche se l’apostolo si riferiva principalmente alla "libertà interiore", ha spiegato l’Arcivescovo Mamberti, "tale libertà interiore ha naturalmente anche delle conseguenze sociali."

Quando gli esseri umani non riescono a dare il giusto valore alla libertà religiosa, i risultati per la società nel suo insieme possono essere molto dannosi, ha ammonito.

"Infatti, laddove l’uomo non può aprirsi all’Infinito secondo la propria coscienza, la verità cede il passo ad un menzognero relativismo e la giustizia al sopruso dell’ideologia dominante, sia essa atea, agnostica o addirittura connotata religiosamente."

La nozione moderna di libertà tende ad essere inteso come "mero libero arbitrio" o "intesa negativamente quale assenza di legami," ha detto.

Eppure l’idea più tradizionale e cristiana della libertà "non è dominata dalla paura, bensì dalla gioia della verità che rende liberi", l’arcivescovo ha chiarito.

Tale visione, ha detto, “costituisce allo stesso tempo l’argine contro il relativismo, come pure contro quelle forme di fondamentalismo religioso che vedono, esattamente come il relativismo, nella libertà religiosa una minaccia per la propria affermazione ideologica."

Pubblicato originariamente dalla Catholic News Agency

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