Per iniziativa del pontefice viene distribuito a Roma un “kit della carità”diElisabeth de Baudoüin
Pensato dal Papa e dal suo cappellano, mons. Konrad Krajewski, un piccolo “kit della carità” verrà distribuito nei prossimi giorni a 2000 poveri della diocesi di Roma. Ognuno è composto da una busta affrancata con il timbro del Vaticano, pronta per l’uso, una carta telefonica, un paio di biglietti della metropolitana (forniti da ATAC, l’agenzia che gestisce la metro di Roma) e di un’ immagine natalizia firmata dal Papa. Le buste saranno distribuite da volontari o comunità al servizio dei più poveri, come i Missionari della Carità, ma anche dal cappellano del Papa in persona.
Questa iniziativa toccante potrebbe essere oggetto di una nota umoristica. Ma l’argomento – la povertà e anche la miseria – è troppo serio per essere trattato con leggerezza. Riflettiamoci un po’ di più: il Papa e la delicatezza della beneficenza. Avrebbe potuto accontentarsi di firmare un assegno o fare un regalo. Con questo intervento in prima persona egli mostra la sua preoccupazione per il popolo, il suo cuore di padre.
Il suo dono dimostra che ha i piedi per terra, che conosce le necessità dei poveri, perché li frequenta. Sa che al di là della fame e del freddo essi non hanno i mezzi per comunicare: scrivere, telefonare, spostarsi, persino nella loro città. Sa che l’uomo non vive soltanto di pane, ma di relazione, di amicizia. Soprattutto a Natale.
Lui che ha spesso detto che la Chiesa non è una ONG, non dimentica di annunciare Gesù Cristo (attraverso una piccola immagine), con il quale "la gioia nasce e rinasce sempre" (Gaudium Evangelii). Il Papa non vuole escluderli dalla Buona Novella del Natale: riguarda tutti gli uomini.