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Gesù bambino bandito dalla scuola?

Oggi la terra esulti con tutto quanto è in lei, ed in luogo delle spine, beni produca per la tua natività. Oggi Adamo esulti, duce di popoli, poiché acquistò la divinità, per la tua divinità, come egli volle. Oggi Eva più che Adamo grazie renda, poiché da lei il fanciullo è nato che in fuga mette i dolori delle sue tristezze. Oggi il giardino gioisca con gli alberi suoi, poiché per te l'esule erede nell'Eden tornò, sua dimora. Oggi lodino i popoli di tutti i confini, che erano sparsi fra tutti i timori e per te si radunarono. Oggi giosca il cielo e la terra esulti, perché il loro Signore discese e la pace pose tra le due regioni. Oggi il virgulto è sorto per divenir sostegno al vecchio mondo, che la durata dell'idolatria distrusse. Oggi germogliò il tralcio della casa di Davide per irrigare, col suo vino, l'arida terra e afflitta. Oggi l'aquila apparve e gli avvoltoi fuggirono, ed al suo nido l'umanità ripose, colomba inseguita. Giacomo di Sarug

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Chiara Santomiero - Aleteia Team - pubblicato il 19/12/13
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Nelle scuole di molte città italiane sono in corso iniziative legate alla realizzazione e valorizzazione del presepe
Ogni anno a Natale nasce la preoccupazione che il piccolo Gesù Bambino venga “sfrattato” dalle scuole privando i suoi amici più giovani non solo del senso cristiano della festa ma anche di tutta la tradizione artistica e letteraria che circonda il presepe e affonda le radici nell’identità anche regionale e localistica del Paese. In effetti non sono mancati episodi in cui una malintesa sensibilità verso ragazzi di altra cultura e religione ha portato ad escludere la rappresentazione della Natività nella scuola optando per un più “laico” albero di Natale ma davvero il presepe è stato bandito dalla scuola? Aleteia ha provato a compiere un rapido giro su Internet e ha trovato diverse iniziative interessanti.

Alla scuola media Righi di Varese il presepe c’è e la tradizione ha diviso il posto con la preoccupazione ecologica che ha suggerito l’utilizzo di materiali di recupero. “A costruire il presepe e anche un albero di Natale, il “gruppo H” della scuola, una decina di ragazzini e i loro insegnanti. Il presepe si trova in un corridoio al pianterreno, e presenta la classica scena della Natività, ma le casette sono le confezioni del latte, le scatole di pasta, per il pozzo è stato usato un rotolo di carta igienica, per l’albero un grande foglio di carta da pacchi. A fare da cornice al presepe una serie di cartelli che fanno gli auguri di buon Natale e lanciano messaggi di pace in diverse lingue straniere, le lingue dei Paesi dai quali arrivano i ragazzi presenti nella scuola di via Rainoldi. Il presepe parteciperà al Concorso dei presepi lanciato dal Comune di Varese” (Varese report 13 dicembre).

“Gesù nasce a scuola” si chiama a scanso di equivoci la terza edizione del presepe vivente presso la Scuola Primaria "Pascoli" dell’Istituto Comprensivo "Madre Teresa di Calcutta" di Pignataro Maggiore (Caserta). “Le insegnanti hanno allestito un grande Presepe Vivente con oltre 200 bambini, che guidano i visitatori nei luoghi che hanno visto nascere Gesù. Ben 198 figuranti, tra pastori, angeli, odalische, artigiani e re Magi, in un magico scenario, guidano genitori e visitatori incontro a Gesù Bambino. Ripercorreranno cioè il cammino fatto da San Giuseppe e Maria dalla loro casa di Nazareth fino ad arrivare alla grotta di Betlemme. "Per gli alunni – spiegano le insegnanti – partecipare alla costruzione di un presepe, dove essi stessi sono protagonisti, non è solo un’operazione che chiama in causa creatività ed abilità, ma è soprattutto un momento di riflessione, di discussione e di ricerca. I protagonisti della Natività non sono personaggi fantastici e chiamati in vita, attraverso la rappresentazione, non realizzano un’operazione esclusivamente artistica, perché per un bambino la Natività è un modo di vivere e riflettere con gioia con i suoi amici, con le insegnanti e con i genitori” (Casertanews.it 18 dicembre).

E “Natale a scuola” si chiama pure la mostra di più di 100 presepi allestita alla scuola media “ Galileo Galilei” di Raffadali (Agrigento). Das, pane, polistirolo, pasta, legno, corteccia d’albero, canne, stoffa, lana, cotone, zucchero, biscotti, lattine, plastica: questi soltanto alcuni dei materiali usati dai ragazzi per realizzare i loro fantasiosi progetti. Coinvolte nell’iniziativa tutte le classi della scuola media coordinate dagli insegnanti di educazione artistica. Alcuni dei presepi preparati dai ragazzi saranno venduti e il ricavato sarà devoluto in beneficenza (Agrigento Notizie 18 dicembre).

Presepe vivente anche per la scuola dell’infanzia “Falcone-Borsellino” dell’istituto comprensivo L. Chitti di Cittanova (Reggio Calabria): in occasione del Natale 2013 il “Presepe vivente” “prevede un maggiore coinvolgimento degli alunni in tutto ciò che può portare alla valorizzazione delle proprie tradizioni culturali rendendoli protagonisti e responsabili. I bambini pertanto saranno chiamati a rappresentare la nascita di Gesù Bambino che da sempre coinvolge grandi e piccoli in ogni parte del mondo anche se con emozioni diverse. Vivere questo momento con gli alunni del plesso scolastico “Falcone-Borsellino” e con le loro famiglie sarà un momento molto importante per tutto l’Istituto Comprensivo “L. Chitti” che potranno condividere questi momenti di festa ma anche il messaggio di pace che nasce proprio dalla grotta di Betlemme” (
edicoladipinuccio.it 6 dicembre).

Nell’alluvionata Olbia, a un mese dal disastro ambientale, i presepi creati dagli studenti di sette scuole della città (principalmente dell’infanzia e primaria) hanno fatto da sfondo a un concerto di Natale in aeroporto nell’ambito dell’iniziativa “Presepi in aeroporto”. Tra queste la scuola dell’infanzia e primaria di Maria Rocca sfollata a causa dell’alluvione (Olbia 24, 17 dicembre).

L’iniziativa per Natale 2013 della scuola primaria di Padule a Gubbio (Perugia) si intitola invece “Un presepe in un cuore…” perchè il cuore è il ‘luogo’ che racchiude emozioni e sentimenti. “Ecco allora nascere da cuori concentrici, da bottiglie di vetro ripiene di riso, da materiale riciclato (stoffa, lana, bottoni, legno, carta) un presepe veramente suggestivo ed originale nel quale ogni bambino ha manifestato la propria creatività (Gubbio Live 16 dicembre).

I bambini delle scuole di Cattolica (Rimini) sono stati, invece, coinvolti dall’Arpa in una iniziativa di presepe “spiaggiato” realizzato con gli scarti depositati dal mare sulla spiaggia: i risultati, assemblati con tappi, bottoglie, reti, plastica, legno – si possono vedere a Natale all’acquario di Cattolica (Il Resto del Carlino 14 ottobre).

L’incontro tra culture diverse, soprattutto nel mondo della scuola, agenzia educativa per eccellenza, dovrebbe generare ricchezza, non chiusura. «Mi fa sempre un certo effetto quando sento che in alcune scuole pubbliche decidono di bandire il presepe per non “offendere" gli alunni di altre religioni e “facilitare” l’integrazione", ha commentato suor Anna Monia Alfieri, presidente di Fidae Lombardia, la federazione regionale delle scuole cattoliche primarie e secondarie, in un’intervista a Famiglia cristiana.it (14 dicembre). «Nelle paritarie cattoliche ci sono anche studenti e dipendenti di altre religioni che non si sono mai sentiti offesi o esclusi dall’allestimento del presepe o dal momento della messa. L’importante è presentare l’evento del Natale con chiarezza, altrimenti si genera davvero molta confusione nei bambini». La chiarezza è la chiave per non “demonizzare” nemmeno il povero Babbo Natale in contrapposizione a Gesù Bambino: «se abbiamo chiaro che cosa stiamo festeggiando – ha spiegato suor Alfieri -, se sappiamo testimoniarlo con coerenza, possiamo anche lasciare ai nostri bambini più piccoli la fantasia di un nonno vestito di rosso. Se ritorniamo ai contenuti, i contenitori non saranno più un problema» (Famiglia cristiana.it 14 dicembre).

I rituali, ha spiegato l’antropologo Luigi Maria Lombardi Satriani a Famiglia cristiana (14 dicembre) sono sempre «frutto di elaborazioni plurisecolari, ci sono acquisizioni, incontri, proposte». «Il presepe nelle altre culture – ha aggiunto l’antropologo – può cambiare forma e noi ci dobbiamo porre in dimensione dialogica: raccontiamo le nostre tradizioni che possono essere prese e riplasmate da altri, così come noi prendiamo a nostra volta quelle altrui. Del resto il messaggio cristiano è universale. Occorre continuare a fare il presepe nelle s
cuole, non dobbiamo rinunciare a una parte di noi». Ma come fare spazio anche agli altri? «Siamo una società multietnica che ha vissuto drammi recenti come quello di Lampedusa. Perché non mettere nella grotta un Gesù Bambino dalla pelle nera?» (Famigliacristiana.it 14 dicembre).

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