Don Costa (Lev): “quanta poesia può ispirare il silenzio della notte di Natale?”La Libreria Editrice vaticana – Lev – è l'editrice ufficiale della Santa Sede. Lo scopo fondamentale della sua attività è la pubblicazione del magistero e degli insegnamenti del Papa e dei documenti degli altri organi della Santa Sede. Attorno a questo focus, ruotano pubblicazioni a commento di encicliche e altri pronunciamenti e la produzione di testi legata al rapporto arte e religione, al diritto canonico e a tutto ciò che “può essere utile al credente di oggi”. Ogni anno l'editrice vaticana pubblica dai 150 ai 200 testi e gestisce un bilancio di circa 20 milioni di euro. Al direttore Lev, don Giuseppe Costa, Aleteia ha chiesto quale fascino esercita il Natale sugli scrittori e la produzione artistica.
Tra le pubblicazioni Lev c'è un settore che riguarda il rapporto arte e religione: si parla anche del Natale?
Costa: Abbiamo una serie di collane legate all'arte come quella diretta dal giornalista Mario Dal Bello che riguarda il rapporto fede e arte in Raffaello, Tintoretto, Lotto. Abbiamo appena pubblicato un volume su Renato Guttuso e sulla sua voglia di credere: Crispino Valenziano, che è uno dei massimi esperti a livello mondiale in arte sacra, ha effettuato una ricerca con la quale dimostra che alla fin fine l'artista non era miscredente come lo si descriveva o come lui stesso voleva far credere. Infatti il titolo del libro è: “Renato Guttuso: credeva di non credere”. Sul Natale abbiamo invece pubblicato di recente un volume di padre Ferdinando Castelli, per 40 anni critico letterario de La Civiltà Cattolica che aveva raccolto nel libro “Meditazioni sul Natale tra letteratura e spiritualità” una serie di scritti per la sua testata sul tema del Natale in scrittori quali Boris Pasternak, Curzio Malaparte, John Steinbeck, Alessandro Manzoni, Cesare Angelini che ha scritto una biografia di Cristo e altri. E' un volume che purtroppo non vede gioire l'autore che è tornato alla casa del Padre proprio qualche ora dopo la presentazione del volume e che ricordiamo con stima e affetto.
C'è un rapporto particolare, un fascino che il Natale esercita sugli scrittori, anche quelli non credenti?
Costa: C'è una fascinazione indiscussa del racconto evangelico e della rappresentazione della Natività. In questo volume si può far riferimento, in particolare, alla descrizione del Natale in Curzio Malaparte, uno scrittore che certamente non era credente. Il fascino del Natale nasce dal fatto che l'evento di Dio che si fa uomo, il mistero dell'Incarnazione, se per i credenti è il fatto che dà significato e valore alla vita dell'uomo, al tempo stesso per scrittori e artisti rappresenta un argomento suggestivo con il quale confrontarsi. Basti pensare allo scenario del presepe: a quanti spunti artistici può dare luogo? E il silenzio della notte di Natale: quanta poesia può ispirare?
Ci sarà un effetto “Papa Francesco” anche sulla celebrazione e rappresentazione del Natale di quest'anno?
Costa: Si può pensare che saremo tutti sollecitati dall'insistenza con la quale il pontefice pone l'accento sui poveri: Cristo era povero, Maria sua mamma era povera e poveri i pastori che furono i primi a riconoscere in quell'umile bambino il Figlio di Dio. Intorno alla rappresentazione della Natività siamo tutti chiamati a una rinnovata spiritualità.