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Prove di riconciliazione attorno a Madiba?

SOUTH AFRICA, Johannesburg : RESTRICTED TO EDITORIAL USE / NO ARCHIVES / TO BE USED WITHIN 30 DAYS FROM 10/12/2013
A screengrab taken from the South African Broadcasting Corporation live feed shows US President Barack Obama (L) shaking hands with Cuban leader Raul Castro as he arrives for the memorial service for late South African President Nelson Mandela at Soccer City Stadium in Johannesburg on December 10, 2013. Mandela, the revered icon of the anti-apartheid struggle in South Africa and one of the towering political figures of the 20th century, died in Johannesburg on December 5 at age 95. Mandela, who was elected South Africa's first black president after spending nearly three decades in prison, had been receiving treatment for a lung infection at his Johannesburg home since September, after three months in hospital in a critical state. AFP PHOTO / SABC

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Lucandrea Massaro - Aleteia Team - pubblicato il 10/12/13
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Decine di capi di Stato e di governo alle cerimonie per la morte di Mandela, fa notizia una storica stretta di mano tra USA e CubaDopo il cordoglio internazionale e alcune analisi già uscite sui giornali di tutto il mondo che iniziavano anche a scandagliare le ombre, oltre alle luci, dell'operato e della vita di Nelson Mandela, oggi arrivano i funerali di Stato. E il mondo politico si mobilita. Parteciperà Obama, che ha sempre visto in Mandela un suo chiaro punto di riferimento, ma parteciperà anche il premier italiano Enrico Letta che dichiara "Oggi è un dovere essere qui". Con lui anche la Presidente della Camera, Laura Boldrini.

"Il mondo sta praticamente venendo a Johannesburg – ha detto il capo della diplomazia sudafricana Clayson Monyela – e non penso sia una cosa mai successa prima" (Avvenire, 10 dicembre).

La giornata in onore di Nelson Mandela si svolgerà a Johannesburg, allo stadio di Soweto, proprio quello che ospitò la finale dei Mondiali 2010. Domenica avranno luogo le esequie vere e proprie a Qunu, il villaggio natale di Madiba. Alla celebrazione odierna a Johannesburg prenderanno parte di 80 capi di stato e di governo dei 5 continenti (Radio Vaticana, 10 dicembre).

Ma è anche il momento per l'analisi, da parte degli intellettuali sudafricani, del ruolo che l'Europa e gli USA hanno avuto nel sostenere il regime dell'apartheid, ed è un dibattito che andrà aperto non solo nel paese di Mandela, ma anche in quell'Occidente connivente con il regime segregazionista.

«Esistono prove circostanziali – dice George Bizos, storico amico e avvocato di Madiba – che gli americani condivisero col governo sudafricano le informazioni di intelligence grazie a cui fu arrestato. Inoltre diversi Paesi europei hanno finanziato e armato il regime dell’apartheid. Le cose sono cambiate veramente solo nel 1985, consentendomi di avviare i negoziati segreti che poi hanno portato alla sua liberazione» «Il motivo stava nella propaganda del regime, che era riuscita a dipingere Madiba come un pericoloso terrorista comunista. Pensate che il governo aveva equiparato l’Anc alle Brigate Rosse. Per quanto ne so io, non ci furono mai contatti tra le Br e l’ala militare, Umkhonto we Sizwe, ma gli americani ci credettero». Sospetti infondati, ma che solo il tramonto della Guerra Fredda permisero all'opinione pubblica americana di fare pressioni perché il Governo di Washington iniziasse con le sanzioni (La Stampa, 10 dicembre).

Nel frattempo, come talvolta accade in queste situazioni, si è consumato un gesto diplomatico che potrebbe avere effetti in futuro: la stretta di mano tra il presidente americano Barack Obama e quello cubano Raoul Castro. Un gesto già definito come “storico”. Obama ha stretto la mano a Castro prima di intervenire sul podio dello stadio di Soweto. Una stretta di mano che è stata vista da milioni di persone. Il gelo tra Cuba e Stati Uniti risale all’inizio degli anni ’60 (Internazionale, 10 dicembre).

Il discorso di Obama ha tracciato una linea ideale con altri grandi leader politici del '900 come Gandhi e Martin Luther King. Secondo il presidente USA "Mandela è stato un'icona del XX secolo". Il secondo accostamento, invece, è quello con la figura Abraham Lincoln,da sempre faro (fin dal primo discorso nelle primarie del 2007) del Presidente americano che ricorda come egli: "Seppe tenere insieme il suo Paese che rischiava di spaccarsi". Un lungo elogio a tutto campo per 'Madiba', che prosegue ancora: "Ringraziamo il Sudafrica per aver condiviso con noi Mandela. La sua lotta è stata la nostra lotta. Il suo trionfo, il nostro trionfo. La vostra dignità, la vostra speranza, hanno trovato espressione nella sua vita, e la vostra libertà, la vostra democrazia sono il lascito di quest'uomo. Io e Michelle abbiamo beneficiato delle battaglie di Mandela per i diritti civili. Negli Stati Uniti e in Sudafrica c'è voluto il sacrificio di innumerevoli persone per risolvere la questione del razzismo. Mandela è l'ultimo grande liberatore del XX secolo. Mandela è unico e non vedremo mai più uno come lui" (Repubblica, 10 dicembre).

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