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Le parole dei veggenti che si trovano su Internet

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Antonio Rizzolo - Credere - pubblicato il 06/12/13
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Le rivelazioni private hanno valore se richiamano gli insegnamenti del Vangelo, aiutano a vivere la fede in Dio e ci avvicinano alla ChiesaGentile direttore,

le dichiarazioni di alcuni veggenti che comunicano le parole della Madonna o di Gesù e che si trovano su Internet hanno una qualche valenza? Io trovo credibili sono quelli di Medjugorje. Io non voglio dar loro importanza perché parlano sempre della fine del mondo, di carestia, dell'anticristo. Una mia parente prende tutto alla lettera e segue indicazioni su come fare scorte di acqua o di cibo per due anni, etcc. A me sembra un atteggiamento sbagliato.

Giovanna B.

Cara Giovanna, mi vengono in mente le parole del Vangelo di questi giorni. Gesù dice ai suoi discepoli: “Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: 'Sono io', e: 'Il tempo è vicino'. Non andate dietro a loro!” (Luca 21,8). Un altro passo importante è nella lettera agli Ebrei: “Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (1,1-2). Ecco la prima cosa da tenere presente: Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, è la Parola definitiva del Padre, colui che ci rivela il suo volere e ciò che dobbiamo fare per vivere in comunione con Dio. San Giovanni della Croce scriveva: “Quello che Dio un giorno diceva parzialmente ai profeti, ce l'ha detto tutto nel suo Figlio, donandoci questo tutto che è il suo Figlio. Perciò chi volesse ancora interrogare il Signore e chiedergli visioni o rivelazioni, non solo commetterebbe una stoltezza, ma offenderebbe Dio, perché non fissa il suo sguardo unicamente in Cristo e va cercando cose diverse o novità al di fuori di lui”.

Non dobbiamo più aspettarci una rivelazione pubblica prima del ritorno glorioso di Cristo nell'ultimo giorno. Tuttavia ci sono nella storia della Chiesa una serie di rivelazioni “private”, alcune delle quali riconosciute dall'autorità ecclesiastica. Il loro compito non è di aggiungere qualcosa o di “migliorare” la rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare i fedeli a vivere meglio il Vangelo in una determinata epoca storia. Nessuno quindi è tenuto a dare l'assenso della propria fede a queste apparizioni e ai loro messaggi, la fede riguarda solo la rivelazione di Cristo e quanto la Chiesa ci propone come verità da seguire. Si tratta invece di mezzi che possono essere utili per riscoprire o rinsaldare la nostra fede e spingerci a vivere il Vangelo.

Oltre a questo criterio di fondo, ce ne sono altri per giudicare il valore delle apparizioni? Nel 1978 la Congregazione per la dottrina della fede li ha esposti in breve. Ne propongo una sintesi. Ci sono prima di tutto dei criteri positivi: la certezza morale, o la grande probabilità dell'esistenza del fatto, acquisita per mezzo di una seria indagine; le qualità personali di coloro che vi sono coinvolti (l'equilibrio psichico, l'onestà e la rettitudine della vita morale, la sincerità e la docilità abituale verso l'autorità ecclesiastica); una rivelazione che sia esente da errore nella dottrina teologica e spirituale; una sana devozione e frutti spirituali abbondanti e costanti (spirito di preghiera, conversioni, testimonianze di carità, ecc.). Tra i criteri negativi la Congregazione elenca: l'errore manifesto circa il fatto, errori dottrinali attribuiti a Dio, alla Vergine Maria o a un santo; una ricerca evidente di lucro collegata strettamente al fatto; atti gravemente immorali compiuti nel momento o in occasione del fatto dal soggetto della rivelazione o dai suoi seguaci; malattie psichiche o tendenze psicopatiche nel soggetto che con certezza abbiano esercitato una influenza sul presunto fatto soprannaturale, oppure psicosi, isteria collettiva o altri elementi del genere. La Congregazione sottolinea che “questi criteri positivi e negativi sono indicativi e non tassativi e vanno applicati in modo cumulativo ovvero con una qualche loro reciproca convergenza”.

In conclusione, cara Giovanna, fai bene a essere sospettosa. Ciò che conta è condurre al meglio la nostra vita cristiana seguendo i mezzi ordinari: i sacramenti, la parola di Dio, la preghiera, l'amore per Dio e per i fratelli. Le rivelazioni private hanno valore nella misura in cui, richiamando gli insegnamenti evangelici, ti aiutano a vivere meglio la fede e ti avvicinano alla Chiesa. Possono però essere dei segni, degli aiuti non trascurabili per risvegliare la gioia dell'incontro con il Signore.

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