L’economia è stata fatta per l’uomo e non l’uomo per l’economia: la crisi del nostro mondo non è economica, ma di valori eticidi mons. Murilo S.R. Krieger
Il nostro mondo è pieno di segni di inquietudine. Notizie pessimiste vanno e vengono, lasciando il cittadino comune senza capire cosa succede. Un giorno il dollaro sale molto, il giorno dopo ci si preoccupa perché è sceso più del previsto; una mattina gli economisti sono preoccupati perché la Borsa di Tokyo ha chiuso in perdita, a mezzogiorno rilasciano interviste per l'alto tasso di disoccupazione nei Paesi europei, nel notiziario notturno è anticipata l'informazione dell'aumento di alcune imposte e così via… A poco a poco, cresce la convinzione che ci sia qualcosa di sbagliato nelle strutture sulle quali si basa il nostro mondo.
Come si pone la Chiesa di fronte a questo? Che risposte offre agli uomini e alle donne che cercano una via d'uscita per le loro sfide? Il Vangelo ha qualche proposta per il superamento dei problemi economico-sociali?
Dal 1891, quando Leone XIII scrisse l'enciclica “Rerum Novarum”, si è strutturata e sviluppata quella che si è deciso di chiamare Dottrina Sociale della Chiesa, basata naturalmente sul Vangelo. Non si tratta di una “dottrina economica”, e molto meno di una proposta magica perché l'umanità risolva i suoi problemi in questo campo. Si tratta invece di orientamenti che possono e devono essere alla base di tutti i rapporti, e non solo tra i Paesi: possono essere applicati alle famiglie, alle piccole e grandi imprese, alle associazioni, alle istituzioni governative e a quelle non governative. Sono principi messi a disposizione delle persone di buona volontà.
Presento in sei punti una sintesi della Dottrina Sociale della Chiesa:
1º. La dignità della persona. Questa dignità si basa sul fatto che l'uomo e la donna sono stati creati a immagine e somiglianza di Dio. Visto che sono esseri razionali, coscienti e liberi, nessuno può essere escluso o sminuito nella società per il colore della sua pelle, la sua razza, il credo religioso che professa, il partito politico che ha scelto o la sua condizione sociale.
2º. Il primato del bene comune. Vista la loro filiazione divina, gli uomini e le donne sono fratelli, chiamati a vivere in società, nella quale devono cercare la propria realizzazione. Tutto ciò che lo Stato fa deve essere fatto in vista del bene comune. Il bene comune è l'insieme di quelle condizioni di vita sociale che permette ai gruppi e a ciascuno dei suoi membri di raggiungere la propria perfezione in modo completo e senza ostacoli.
3º. Il destino universale dei beni. Questo principio si basa sulla certezza che Dio ha destinato la terra, con tutto ciò che contiene, all'uso di tutti gli esseri umani, e non solo a una minoranza privilegiata.
4º. Primato del lavoro sul capitale. Il lavoro è tutta l'attività con cui l'uomo e la donna, nell'esercizio delle loro forze fisiche e mentali, in modo diretto o indiretto trasformano la natura per porla al proprio servizio. Qualunque lavoro umano si riveste di dignità, perché si tratta di un'attività propria di un essere che ha intelligenza ed è libero. Il lavoro, oltre a fare dell'essere umano un collaboratore di Dio nell'opera della creazione, realizza il lavoratore.
5º. La sussidiarietà. Nessuna istanza superiore deve eseguire un'azione che può essere svolta da una inferiore. La sfera federale non deve fare quello che può fare quella statale, e questa non deve fare quella che quella municipale è in condizioni di realizzare. In nessun caso lo Stato deve eseguire un'azione che il settore privato può svolgere meglio.
6º. La solidarietà. È la capacità che l'uomo e la donna hanno di fare il bene ai propri simili, anche con sacrificio personale, in modo fraterno e gratuito. La solidarietà tra tutti gli esseri umani è l'unico modo per arrivare a una civiltà caratterizzata dalla giustizia e dall'amore. Sintesi della sintesi: l'economia è stata fatta per l'uomo, e non l'uomo per l'economia; la crisi del nostro mondo non è economica, ma di valori etici. Per questo, il Vangelo continua ad essere la risposta migliore per le sfide del nostro tempo.