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Si può dialogare con le sette aggressive?

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Aleteia Team - pubblicato il 25/10/13
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Il cattolico di fronte al fenomeno del proselitismo religiosodi Jorge Luis Zarazúa

PREMESSE

La dichiarazione conciliare “Dignitatis humanae” (della dignità umana) presenta due principi fondamentali, che sono alla base di ogni relazione con persone di altre fedi religiose:

Libertà di coscienza: tutti gli esseri umani hanno il diritto e il dovere di cercare la verità secondo le proprie capacità. Nessuno ha diritto di imporre a un altro una determinata convinzione religiosa.

Libertà religiosa: ogni essere umano ha diritto di professare pubblicamente la propria fede; nessuna autorità ha il diritto di impedirglielo.

1.- COME RELAZIONARSI CON I NON CATTOLICI

Tolleranza religiosa: rispettare tutti, al di là di qualsiasi differenza in campo politico, filosofico o religioso. Per il cristiano autentico, più che parlare di tolleranza bisognerebbe parlare di amore per tutti.

Dialogo: si instaura tra persone disposte a condividere il proprio modo di vedere le cose e allo stesso tempo rispettose del modo di essere e di pensare altrui. Si tratta di ascoltare e parlare, dare e ricevere, condividere. *Ecumenico, quando si realizza tra cristiani, alla ricerca dell'unità voluta da Cristo (Gv 17,21). *Interreligioso, quando si realizza con non cristiani, sottolineando lo sforzo comune per scoprire il mistero di Dio. Si privilegiano le religioni monoteiste: ebraismo e islamismo. *Cortile dei gentili, quando si realizza con non credenti preoccupati della ricerca del senso ultimo delle cose.

Apologetica (difesa della fede): Non tutti sono disposti al dialogo. Ci sono persone la cui unica preoccupazione è la conquista degli altri, utilizzando metodi di ogni tipo, leciti e illeciti. Vogliono parlare e non sono disposte ad ascoltare. Con queste persone è opportuno utilizzare le risorse offerte da una sana apologetica, il cui obiettivo fondamentale consiste nel rafforzare la fede del cattolico, tenendo conto della realtà concreta in cui si trova ciascuno, di modo che non si lasci confondere da quelli che cercano di allontanarlo dalla Chiesa (non è proprio dell'apologetica insegnare a scontrarsi con quanti hanno convinzioni religiose diverse).

Per ottenere questo, è importante che ogni cattolico sappia quanto segue:

*Identità cattolica: la Chiesa cattolica è in pienezza quell'unica Chiesa che Cristo ha fondato personalmente quando ha vissuto in questo mondo, e arriverà fino alla fine dei tempi; le altre organizzazioni religiose sono state fondate nel corso dei secoli per circostanze diverse, e anche se contengono molti elementi positivi, nel loro insieme non raggiungono la stessa pienezza di verità e mezzi di salvezza presente nella Chiesa cattolica, perché questa ha Cristo come fondatore.

*Risposta agli attacchi: per ogni obiezione o attacco contro la Chiesa cattolica esiste nella Bibbia una risposta appropriata.

2.- COME AFFRONTARE IL PROBLEMA DEL PROSELITISMO RELIGIOSO

Si tratta dell'aspetto che ci interessa maggiormente al giorno d'oggi, soprattutto in America Latina. Per affrontare questo fenomeno con successo, dobbiamo saper maneggiare sufficientemente sia la Bibbia che l'apologetica.

Bibbia: Poiché che la Bibbia rappresenta l'arma principale, che i gruppi proselitisti utilizzano per confondere e conquistare i cattolici, è importante che ogni cattolico sappia utilizzare sufficientemente la Bibbia per non lasciarsi abbagliare da quelli che lo vogliono catturare, facendo di essa un uso inappropriato.

Apologetica: Nella Bibbia il cattolico troverà le basi della propria fede (identità cattolica) e allo stesso tempo la risposta alle obiezioni o agli attacchi dei gruppi che puntano a fare proseliti.

Come far sì che il cattolico comune riesca a rafforzarsi nella fede attraverso la Bibbia e l'apologetica? Utilizzando la Bibbia e l'apologetica in tutte le questioni ecclesiali, soprattutto in questi campi:

*Catechesi presacramentale. Dato che la maggior parte dei cattolici è abituata a prepararsi per fare la Prima Comunione e per ricevere la Confermazione, perché non approfittare di questi sacramenti per rafforzare la persona nella fede, facendo in tutta la sua preparazione un uso abbondante della Bibbia e allo stesso tempo mettendola in guardia circa il pericolo rappresentato dal proselitismo religioso? Lo stesso si può fare con i genitori e i padrini, perché siano in condizioni di appoggiare adeguatamente figli e figliocci.

Facendo questo, oltre a rafforzare la fede del cattolico di fronte alla furia delle sette, gli si garantisce un modo migliore di vivere la fede e un aumento dell'autostima.

*Religiosità popolare (Via Crucis, rosario, novena per i defunti…): Che differenza tra un atto di pietà realizzato alla luce della Parola di Dio e un altro che tiene conto di un'altra prospettiva di tipo personale o sociale, al margine del dato rivelato! La Parola di Dio ha qualcosa di speciale che la parola umana non ha. Allo stesso tempo, si dà una risposta all'obiezione dei detrattori della religiosità popolare, che vedono in essa un semplice riflesso dei costumi, che in generale contengono elementi contrari alla fede.

*Insegnamento cattolico in seminari, istituti biblici o teologici, scuole per operatori di pastorale, scuole cattoliche…: Dovrebbe essere totalmente biblico e apologetico per formare veri cattolici, saldi nella loro fede. Com'è triste vedere un operatore di pastorale complessato di fronte alle affermazioni di qualcuno che attacca la sua fede! Al contrario, che grande soddisfazione per un fedele vedere un operatore pastorale saldo nella propria fede e sempre disposto a dargli una mano nei momenti di difficoltà a causa della presenza delle sette!

Ristrutturazione generale dell'apparato pastorale: È un fatto che molti cattolici fanno attenzione agli inviti delle sette perché si sentono abbandonati dalla Chiesa. È dunque urgente riorganizzare l'apparato pastorale della Chiesa di modo che tutti i cattolici possano essere assistiti personalmente alla luce della Parola di Dio. A questo proposito, è opportuno riflettere sulla figura del buon pastore, che conosce le sue pecore una ad una ed è conosciuto da loro (Gv 10, 1ss) e le cerca quando si perdono (Lc 15, 4-7).

3.- DIFFERENZA TRA ECUMENISMO E APOLOGETICA.

Unità tra i discepoli di Cristo: In fondo si tratta delle due facce della stessa moneta. L'obiettivo è l'unità: un'unità perduta che si vuole recuperare (ecumenismo) e un'unità che si vuole preservare (apologetica).

Dialogo-difesa: I destinatari sono gli stessi cattolici, che assumono le competenze per dialogare con i cristiani non cattolici in cerca dell'unità (ecumenismo) o per difendersi di fronte a quelli che cercano di allontanarli dalla Chiesa, aumentando le divisioni (apologetica). È evidente che non può esserci un vero ecumenismo se non si conoscono le basi di una sana apologetica, a meno che non si vogliano complicare maggiormente le cose e provocare ulteriori divisioni.

4.- ERRORI DI FONDO

Né il documento conciliare sull'ecumenismo (Unitatis redintegratio = ripristino dell'unità) né l'enciclica di papa Giovanni Paolo II sullo stesso tema (Ut unum sint = tutti siano una cosa sola), purtroppo, chiariscono che il loro contenuto ha a che vedere solo con quanti sono disposti al dialogo e non ha nulla a che fare con chi cerca di sminuire o attaccare la fede cattolica.

Per spiegare questo sarebbe bastata una frase esplicativa. Non è stata inserita. Per questo molti, pensando che la ricetta ecumenica fosse sufficiente per affrontare in generale il problema della divisione religiosa tra coloro che credono in Cristo, hanno lasciato il popolo cattolico del tutto senza protezioni di fronte all'attacco sistematico delle sette, con le conseguenze che tutti conosciamo.

La storia ci insegna che gli errori si pagano. Mi chiedo: a cosa è stata dovuta una trascuratezza così grande in documenti ecclesiastici di livello tanto alto?

Probabilmente le cause sono state queste:

Euforia: In quel momento sembrava che la ricetta ecumenica e del dialogo interreligioso fosse sufficiente per risolvere qualsiasi problema collegato alla questione delle divisioni o delle differenze in campo religioso. Per questo, è stato fatto tutto il possibile per inserire questo tema in tutti i documenti della Chiesa.

Trionfalismo: Anziché concentrarsi sulla realtà ecclesiale, ben poco allettante, si è preferito dare un'impressione di sicurezza. Un modo ricorrente di esorcizzare la paura, provocato dalla constatazione dell'ignoranza generalizzata nelle masse cattoliche.

Bassa autostima: Si è preferito bruciare le tappe, spingendo il cattolico al dialogo senza prima preoccuparsi di istruirlo adeguatamente nella fede, un compito che ancora oggi per molti sembra impossibile. Da ciò deriva l'esaltazione dei valori presenti nella religiosità popolare, fino a considerarla una via parallela di salvezza, esimendosi dal dovere di formare adeguatamente i propri fedeli.

Globalizzazione: Anziché vedere come affrontare il problema della divisione religiosa, tenendo conto delle diverse circostanze concrete, si è preferito offrire una ricetta unica per tutte le malattie. E non ha funzionato.

Pericolo dell'ateismo militante: Di fronte all'avanzata dell'ateismo militante, si è ritenuto opportuno unire tutte le forze dei credenti per non soccombere di fronte al pericolo comune.

Ad ogni modo, una volta crollato il sistema comunista soprattutto con la caduta dell'Unione Sovietica, che rappresentava la base dell'ateismo militante, sarebbe stato opportuno rivedere tutta la questione della divisione religiosa per prendere nuove misure, tenendo conto particolarmente dei progressi dei gruppi che mirano a fare proseliti, che avevano approfittato della buona fede delle Chiese storiche per attaccarle senza pietà e trarne profitto.

Non si è fatto niente, probabilmente per non mettere in discussione le decisioni prese in precedenza a un livello così alto, ed ecco le conseguenze.

5.- CONFUSIONE INTERNA

Al di là delle negligenze segnalate in precedenza, ci sono state altre cause che hanno peggiorato la situazione:

Ecumenismo di tipo protestante: In molti casi si è abbandonato il concetto cattolico di ecumenismo (ripristino dell'unità) per accettare quello protestante, che consiste essenzialmente nel mettere da parte le divergenze dottrinali per concentrarsi sugli aspetti pratici sulla linea della promozione umana.

Ricerca della verità e problema della salvezza: Due problemi del tutto diversi. Non è comunque mancata la gente di Chiesa che ha reso le cose più difficili (pretesto: forse si salvano solo i cattolici?), per concludere che, in fondo, tutto è lo stesso e quindi non c'è grande differenza tra una denominazione e l'altra, come se tutto si riducesse a una semplice questione di nome.

Relativismo: Si è confusa la libertà di coscienza con il libero arbitrio, concludendo che ciascuno è libero di scegliere la religione che più gli piace, senza dover rispondere di questo (relativismo totale).

Cambio di carrozza: Stando così le cose, non è mancata nella Chiesa gente che sostiene che il cambiamento di religione non abbia alcuna importanza, visto che si può paragonare a un semplice cambiamento di carrozza. Il treno è lo stesso e va verso la stessa destinazione, che è Dio; quello che cambia è la carrozza. Qualcosa che a loro avviso non è trascendente.

Cristo non ha fondato alcuna Chiesa: Cosa c'è alla base di tutto questo processo di disgregazione dell'unità, voluta da Cristo? L'idea che Cristo non ha fondato alcuna Chiesa. “Cristo è venuto per istituire il Regno di Dio”, dicono alcuni cosiddetti teologi, “ed è uscita fuori la Chiesa”. Stando così le cose, che senso ha parlare di Chiesa, proselitismo religioso o evangelizzazione? È tutto lo stesso. Ciò che conta è il benessere, il progresso dell'umanità, la pace e la felicità in questo mondo. E il resto? Ciascuno pensi e faccia ciò che vuole. Campo aperto al proselitismo religioso.

6. CHIARIMENTO: “DOMINUS JESUS”

In questo mare magnum di confusione è giunta per chiarire le cose la Dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede intitolata “Dominus Iesus”, del 6 agosto 2000. È un peccato che poche persone vi abbiano fatto caso. E continua la confusione, con la conseguenza che è sotto gli occhi di tutti: il proselitismo religioso, più forte che mai, procede a passi da gigante, senza trovare da parte nostra una resistenza significativa.

CONCLUSIONE

Se vogliamo rafforzare la fede del cattolico, tenendo conto in modo particolare del fenomeno del proselitismo religioso, è necessario elevare il tono del nostro cattolicesimo, facendo tutto il possibile per purificare molti costumi presenti nella nostra Chiesa e allo stesso tempo lottando per evangelizzare seriamente le nostre masse cattoliche. Se non faremo così, continueremo a perdere gente, ingannata dagli amici della concorrenza o desiderosa di qualcosa di meglio, al di là della cosiddetta religiosità popolare, nella quale è stata relegata per negligenza o disorganizzazione pastorale.

Ad ogni modo, sia per dialogare con chiunque che per non lasciarsi confondere da nessuno, è necessario saper maneggiare bene la Parola di Dio, e allo stesso tempo serve uno sforzo sincero per conoscere e vivere la propria fede. Altrimenti, tutto diventerà pura demagogia, con le conseguenze che tutti conosciamo.

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