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Che tipo di fede era quella dei discepoli prima della morte di Gesù?

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padre Angelo Bellon, o.p. - Amici Domenicani - pubblicato il 23/10/13
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“Almeno in alcuni casi la fede nella divinità di Gesù era esplicita”Caro Padre Angelo,


mi chiamo Massimo, vorrei farle una domanda. Che tipo di fede era quella dei discepoli (e delle folle) prima della morte di Gesù Cristo? Bisogna aspettare la Risurrezione per parlare veramente di fede oppure è possibile già durante la vita terrena di Gesù? Un sacerdote mi ha detto che si potrebbe parlare di fede implicita prima della morte. Potrebbe spiegarmi (per quanto possibile) e, eventualmente, darmi anche qualche indicazione?
Grazie
Massimo

Caro Massimo,

1. credo che in alcuni casi ci sia stata la fede esplicita nella divinità di Cristo. L’esempio più illuminante riguarda la circostanza in cui Gesù ha conferito il primato a San Piretro. Ecco il testo: “Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa” (Mt 16,15-18). Come vedi, Gesù fa riferimento ad una rivelazione fatta dal Padre a San Pietro.

2. Con la sua risposta san Pietro afferma due cose: che Gesù è il Messia promesso e atteso. Inoltre proclama la divinità di Cristo perché dice che Gesù è “il” Figlio di Dio vivo. Il Dio vivo per gli ebrei è l’unico vero Dio, ben distinto dagli dei pagani, che sono inesistenti, morti.

3. L’articolo “il”, che nel testo greco precede la parola Figlio, mostra con evidenza che non si tratta di un figlio adottivo qualunque, ma del Figlio unico di Dio, cioè della seconda persona della SS. Trinità. Opponendo la persona di Gesù a quella dei profeti (Geremia o Giovanni Battista) come pensava la gente, san Pietro dice chiaramente che non si tratta di una filiazione adottiva, morale, ma di una vera filiazione naturale.

4. Questo reso ancor più manifesto se si pensa che Gesù non avrebbe chiamato Pietro “beato” e non avrebbe parlato di una speciale rivelazione divina se Pietro avesse inteso parlare di una filiazione adottiva, come quella dei profeti. Se così fosse stato, Piretro non avrebbe detto sostanzialmente nulla di diverso da quello che pensava la gente.

5. Pertanto la fede di san Pietro è fede nella divinità di Cristo. È una fede che non proviene dalle forze umane, ma è dovuta ad una rivelazione soprannaturale del Padre perché “nessuno conosce il Figlio se non il Padre” (Mt 11,27). L’espressione carne e sangue era usata dai rabbini per indicare la debolezza dell’uomo in opposizione alla potenza infinita di Dio.

6. Ugualmente quando in Gv 6,68-69 San Pietro a nome degli Apostoli dice a Gesù: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” possiamo capire che San Pietro e gli altri apostoli avevano capito e creduto alla divinità di Gesù. Non dimentichiamo che nell’Antico Testamento il termine “Santo” veniva applicato solo a Dio. Perfino i demoni erano stati costretti a riconoscere la divinità di Cristo quando dicevano: “Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il Santo di Dio!” (Mc 1,24).

7. Un altro caso di fede manifesta nella divinità di Gesù lo troviamo in Lc 1,43, quando Elisabetta, colma di Spirito Santo, rivolgendosi a Maria, dice: “A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?”. Dalle parole di Elisabetta appare chiaro che lo Spirito Santo le aveva rivelato il mistero compiuto in Maria e cioè stava iniziando a diventare Madre, e madre del Signore, Madre di Dio!

8. Non vado oltre, caro Marco, ma questi esempi mi sembrano sufficienti per affermare che almeno in alcuni casi la fede nella divinità di Gesù non era solo implicita, ma esplicita.

Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo

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