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Solo esequie private per Priebke

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Chiara Santomiero - Aleteia Team - pubblicato il 14/10/13
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Il vicariato di Roma precisa che all’ex nazista “non è stata negata la preghiera, ma decisa una modalità diversa da quella abituale, riservata e discreta”
Non c’è posto per la salma di Priebke, l’ex nazista responsabile della strage delle Fosse Ardeatine morto la settimana scorsa all’età di 100 anni. Non la vuole l’Argentina, da dove fu estradato e dove è sepolta sua moglie, non la vuole la sua città natale Hennigsdord in Germania, non la vogliono a Pomezia dove c’è il cimitare militare tedesco che accoglie i caduti della seconda guerra mondiale. Soprattutto è polemica sulle sue esequie, tra umana pietà per i defunti e timore che possano diventare "una ghiotta occasione per i nostalgici e i ‘nipotini’ di Hitler di fare un’adunata contro le leggi dello Stato" come ha affermato Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma.

"L’autorità ecclesiastica, considerate tutte le circostanze del caso, ha ritenuto che la preghiera per il defunto e il suo affidamento alla misericordia di Dio – finalità proprie della celebrazione delle esequie religiose – dovessero avvenire in forma strettamente privata, cioè nella casa che ospitava le spoglie del defunto". Il vicariato di Roma, con una nota del 14 ottobre sul proprio sito, ha inteso mettere fine sulle voci rimbalzate sui media in merito al divieto di esequie religiose per Priebke. "Nel rispetto della legge della Chiesa – precisa la nota -, non è stata negata la preghiera per il defunto, ma è stata decisa una modalità diversa da quella abituale, riservata e discreta", una proposta che "è stata rifiutata dall’avvocato del signor Priebke". Pertanto tutti i ministri cattolici nella diocesi di Roma devono attenersi, nel rispetto della normativa canonica, alle disposizioni stabilite dall’Ordinario: cioè niente funerali in una chiesa della capitale.

Sulla legittimità delle esequie religiose si era pronunciato, intervistato da Famiglia cristiana (13 ottobre) don Alessandro Giraudo, docente di diritto canonico alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale di Torino. Secondo il canone 1184, ha ricordato lo studioso, «“se prima della morte non diedero alcun segno di pentimento, devono essere privati delle esequie ecclesiastiche i peccatori manifesti, ai quali non è possibile concedere le esequie senza pubblico scandalo dei fedeli”. Nel caso di Priebke, è notorio a tutti che fino alla fine, almeno pubblicamente, lui ha negato la Shoah».

Di fronte all’indignazione dell’avvocato di Priebke, Paolo Giachini, che ha sostenuto che il suo assistito era un fedele della Chiesa, per cui si confessava ricevendo anche l’assoluzione, Giraudo ha aggiunto che «Noi non possiamo sapere se in privato – e la confessione è un momento strettamente privato  – Priebke si sia pentito di quello che ha fatto. Se così fosse, questo sarebbe per lui un dono di grazia davanti a Dio. Resta il fatto che le esequie ecclesiastiche in forma solenne sarebbero comunque di “pubblico scandalo” per i fedeli» (Famiglia cristiana.it 13 ottobre).

Intanto il questore di Roma Fulvio della Rocca ha notificato durante la mattinata un decreto all’avvocato di Erich Priebke con cui vieta, per motivi di ordine e sicurezza, nell’ambito di tutta la provincia di Roma, che le funzioni relative alle esequie ed al trasporto della salma dell’ex ufficiale delle Ss avvengano in forma pubblica e solenne, nonché lo svolgimento di qualsiasi manifestazione pubblica (Repubblica.it 14 ottobre).

Giachini ha assicurato che le esequie si terranno in forma "strettamente" privata, già nella serata del 14 o al massimo martedì 15. Di certo, ha assicurato, non avverranno il 16 ottobre, giorno in cui ricorre il settantesimo anniversario della deportazione degli ebrei dal ghetto di Roma, per "non dare adito a speculazioni". Il penalista ha anche affermato che "le esequie potrebbero essere anche celebrate in una chiesa protestante che magari accetta il rito cattolico e comunque nei luoghi che non devono sottostare all’ordinario di Roma" (Il Messaggero.it 14 ottobre).

Resta incerto il luogo della sepoltura. Il sindaco di Roma Ignazio Marino si è detto convinto che “la sepoltura di Priebke a Roma sarebbe un’offesa per la città” in quanto la capitale è “medaglia d’oro della Resistenza, oltre che profondamente antifascista e antinazista” (Il Fattoquotidiano.it 12 ottobre).

Di avviso contrario l’ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari: "E’ un dibattito macabro e perfino grottesco che si arrivi a discutere se seppellire o meno una persona. Siamo di fronte alla morte di un vecchio. Lo si seppellisca – ha rimarcato spiegando che "qui non è in discussione il pentimento e tantomeno il perdono. Priebke è morto, che Dio ne abbia misericordia" (Il Messaggero, 14 ottobre).
 

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