Un convegno a Roma per parlare dell’opera di padre Antonio Spadaro sull’influenza della rete anche nel campo della fede
"Le tecnologie digitali sono entrate prepotentemente nella nostra vita quotidiana e cambiano il nostro modo di pensare, di conoscere la realtà e di intrattenere le relazioni umane.
In che modo la rivoluzione digitale ha a che fare la fede?
La logica della rete offre spunti inediti per parlare di comunione, di dono, di trascendenza e aiuta a trovare nuovi sentieri nel cammino verso Dio?
In questo territorio ancora inesplorato, padre Spadaro entra con background teologico e grande competenza tecnica, ma soprattutto con spirito di fiducia nella capacità del cristianesimo e della Chiesa di essere presenti là dove l’uomo sviluppa la sua capacità di conoscenza e relazione. La sfida non è come ‘usare’ bene la rete, ma come ‘vivere’ bene al tempo della rete".
Con queste premesse lunedì 7 ottobre alle 17, presso la Sala Aldo Moro della Camera dei Deputati e alla presenza del ministro della Pubblica Amministrazione, Giampiero D’Alia, si torna a discutere della “
Cyberteologia”, un campo di riflessione nuovo nel panorama teologico, di cui
Aleteia ha avuto modo di occuparsi anche in passato. E’ una cornice istituzionale diversa, fuori dal recinto del dibattito ecclesiale, e a discutere con il gesuita direttore della Civiltà Cattolica sacerdoti e laici tra cui il giornalista esperta di innovazione
Riccardo Luna (già direttore di Wired Italia), e i deputati
Guglielmo Vaccaro (PD) e
Antonio Palmieri (PDL). A parlarne anche
monsignor Rino Fisichella presidente Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e il ‘nostro’
don Paolo Padrini, direttore innovazione e sviluppo di Aleteia.org.
Cyberteologia”, un campo di riflessione nuovo nel panorama teologico, di cui
Aleteia ha avuto modo di occuparsi anche in passato. E’ una cornice istituzionale diversa, fuori dal recinto del dibattito ecclesiale, e a discutere con il gesuita direttore della Civiltà Cattolica sacerdoti e laici tra cui il giornalista esperta di innovazione
Riccardo Luna (già direttore di Wired Italia), e i deputati
Guglielmo Vaccaro (PD) e
Antonio Palmieri (PDL). A parlarne anche
monsignor Rino Fisichella presidente Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e il ‘nostro’
don Paolo Padrini, direttore innovazione e sviluppo di Aleteia.org.
Cosa pensa dell’opera di padre Antonio Spadaro di cui parlerà lunedì?
Padrini: L’ho trovato stimolante nei contenuti e nelle suggestioni che provengono dal volume che andiamo a discutere lunedì. Ma anche utile, non solo, attenzione, per l’immediata praticità (ci sono numerosi spunti), ma anche per l’idea che si possa riflettere in ambito teologico sui mezzi di comunicazione e insieme ripensare l’approccio con la teologia. Lo sforzo di padre Spadaro, aiuta il nostro approccio umano ed ecclesiale con Dio “e” il mondo digitale, proprio perché entrambi presenti nella nostra esperienza umana, intellettuale. La fede non si vive in modo astratto.
Su cosa pensa di intervenire al convegno, quale tema svilupperà?
Padrini: Credo che interverrò proprio su questo aspetto: è importante sottolineare che l’opera di padre Spadaro è di tipo ermeneutico e non un qualcosa di astratto, un mero intellettualismo. Il mondo digitale ha davvero cambiato il nostro approccio con la realtà e dunque anche con la fede. Di qui il mio ragionamento che cercherò di sviluppare nel tempo a mia disposizione. In fondo posso portare anche un caso concreto: l’idea stessa di Aleteia, che non nasce come come mero mezzo di informazione ma come strumento di ‘ricerca della verità’ nell’oggi, nel quotidiano, a livello di social network e con gli strumenti comunitari dei social.
La Cyberteologia ha un impatto sulla pastorale?
Padrini: Può certamente far derivare una pastorale pensata per il continente digitale. Dobbiamo sforzarci di capire che il cosiddetto “continente digitale” non è un mondo ulteriore, ma è un aspetto del mondo vero, dove io vivo una vera esperienza di relazione e dunque in esso c’è un momento costitutivo del mio essere cristiano ed evangelizzatore, in cui posso anzi debbo trovare un modo rendere testimonianza di Cristo Redentore.