A Roma l’Incontro internazionale sul dialogo tra religioni e culture promosso dalla Comunità di Sant’Egidio"Il coraggio della speranza – Religioni e culture in dialogo": è questo il tema della XXVII edizione dell'Incontro internazionale Uomini e religioni promosso dalla Comunità di Sant'Egidio che si svolgerà a Roma dal 29 settembre al 1° ottobre prossimi. Il meeting per la pace vedrà la partecipazione di 400 rappresentanti delle grandi religioni ed esponenti della vita politica e culturale europea e mondiale provenienti da 60 Paesi che il 30 settembre saranno ricevuti in udienza da Papa Francesco. Aleteia ne ha parlato con il responsabile dell'ufficio stampa della Comunità di Sant'Egidio, Rinaldo Piazzoni.
L'incontro parlerà di pace a tutto tondo ma lo sguardo sarà diretto in particolare alla Siria: è così?
Piazzoni: Certamente. La pace è un bene indivisibile per l’umanità, ma la drammatica cronaca di questi giorni richiama l’attenzione di tutti sul vero e proprio eccidio che sta avvenendo in Siria. Papa Francesco è intervenuto con profetica energia rivolgendo un forte appello alla preghiera e all’impegno perché le parti in conflitto riprendano la via del dialogo e della pacificazione. La veglia del 7 settembre a piazza San Pietro, con una partecipazione veramente ecumenica ha mostrato come il papa sia riuscito a toccare il cuore dell’umanità di oggi, al di là dei confini della Chiesa. Per quanto riguarda la nostra iniziativa, oltre al nostro impegno umanitario a favore delle vittime della guerra e dei profughi in Siria e in Libano, voglio ricordare l’appello rivolto dal fondatore di Sant’Egidio Andrea Riccardi ai leader del G20 riuniti a San Pietroburgo, con la richiesta di un cessate il fuoco immediato e di una tregua per portare le parti a parlarsi. Al nostro convegno parteciperanno personalità provenienti dalla Siria e da altri paesi del Medio oriente. Confidiamo che dal loro incontro possano nascere nuove idee per la pace.
Tra le tematiche che verranno affrontate c'è l'attenzione all'America latina di Papa Francesco: quali domande arrivano oggi da questo continente?
Piazzoni: I popoli dell’America latina rivolgono al resto del mondo una domanda di partecipazione, di promozione umana e di liberazione. Papa Francesco, il papa scelto dalla “fine del mondo”, come ha detto lui stesso, ha già mostrato nel suo viaggio apostolico a Rio de Janeiro di conoscere e di voler valorizzare i fermenti di novità che vengono da quell’immenso continente, dove la Chiesa sta costruendo il proprio futuro. Al nostro incontro il panel sul tema “L’America latina di Papa Francesco” vedrà la partecipazione di importanti personalità latinoamericane ed europee e credo farà emergere e valorizzerà i fermenti che vengono da quel continente.
Una tematica nuova è quella del rapporto tra religioni e violenza alle donne: cosa vi ha suggerito di affrontarla?
Piazzoni: La violenza contro le donne non è purtroppo solo un problema italiano ed europeo. Pensiamo ai recenti episodi avvenuti in India, al problema in molti altri paesi, a tutte le situazioni in cui le donne sono vittime di violenza e di soprusi. Crediamo che dal panel dedicato a questo tema possa emergere il contributo che le religioni sono in grado di dare alla valorizzazione e al rispetto della donna nella società, in tutte le società.
Si parlerà anche di martirio: chi sono i martiri di oggi?
Piazzoni: Il martirio è una realtà attuale dei cristiani. Il Beato Giovanni Paolo II ci ha fatto scoprire che il numero di questi testimoni è più ampio di quelli dei primi secoli del Cristianesimo: ogni giorno abbiamo notizie di uomini e donne perseguitati e uccisi per la loro fede e per il servizio ai più poveri. Il panel a loro dedicato vuole raccogliere e dare voce alla loro testimonianza, come Sant’Egidio fa custodendo, nella basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina a Roma, la memoria dei martiri del nostro tempo.
Ci vuole più coraggio oggi per avere speranza? Quanto è importante il dialogo tra culture e religioni?
Piazzoni: Certamente la speranza richiede coraggio come dice il tema del nostro meeting; ma la costruzione di un mondo di pace e di solidarietà è possibile, se gli uomini del nostro tempo impareranno a vivere la cultura dell’incontro, del dialogo e del rispetto reciproco. E’ lo “spirito di Assisi” che dopo 27 anni torna a soffiare con forza a partire da Roma sul mondo intero. E’ il nostro modo di rispondere all’invito di Papa Francesco ai giovani di Rio: “Non fatevi rubare la speranza!”.