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Siria: “Falso chi dice che l’appello del Papa non sia stato accolto dal cattolicesimo americano”

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Lucandrea Massaro - pubblicato il 06/09/13
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Il teologo Massimo Faggioli contro la ricostruzione del dibattito ecclesiale americano fornito dall’Espresso

L'amministrazione americana è pronta ad intervenire in Siria, sono giorni, settimane, che anche noi diamo giornalmente conto di questo progressivo avvicinamento, delle notizie sul conflitto, sulle letture circa responsabilità degli attori in campo, tanto in Siria quanto nello scenario internazionale. Di recente si è levata, autorevolmente, la voce di Papa Francesco contro la guerra, contro i conflitti e per la pace, una pace non solo come assenza di conflitto, una pace che sia frutto della concordia e dell'armonia. Ma come è stato accolto questo appello da parte dei cattolici statunitensi? Le statistiche ci ricordano che uno su quattro negli USA si professa cattolico, e sono moltissimi i membri del Congresso e del Senato (e lo stesso Segretario di Stato Kerry) che lo sono. Secondo l'Espresso (6 settembre) né nell'establishment laico, né quello ecclesiale si sarebbero particolarmente mobilitati  per influenzare la decisione imminente del parlamento americano.

Per capire meglio questo aspetto, Aleteia ha raggiunto il teologo cattolico Massimo Faggioli, docente di storia del cristianesimo e teologia alla University of St. Thomas (Minnesota), già membro della Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XIII di Bologna, opinionista del quotidiano Europa, blogger dell'Huffington Post e e autore, di alcuni volumi tra cui “Interpretare il Vaticano II. Storia di un dibattito”  e  “Vera riforma. Liturgia ed ecclesiologia nella 'Sacrosantum Concilium'” (entrambi per i tipi delle Dehoniane) per capire che ricezione ha avuto l'appello del Papa?

 
Faggioli : Le posizioni dei vescovi non peseranno molto sul Congresso, ma e' falso dire che la posizione del papa non si e' sentita in America. La quasi totalità dei teologi cattolici USA si e' detta contraria all'intervento, come ha riportato in una lunga rassegna delle posizioni Thomas Reese in un articolo sul National Catholic Reporter. Dire che la chiesa americana "è tiepida" rispetto al papa che è venuto dopo Benedetto XVI, come fa Sandro Magister (vaticanista dell'Espresso, ndr) a giorni alterni, risponde a logiche altre rispetto a quella di riportare quello che sta accadendo nella chiesa statunitense. Chi vive e lavora in questo paese e in questa chiesa lo sa bene. La chiesa americana, nella sua anima conservatrice e neo-con, si sente a disagio con la nuova linea di papa Francesco, ma non certo sulla questione siriana. Da questo punto di vista, il rapporto tra Francesco e la chiesa USA sarà una delle questioni centrali nei mesi e anni a venire. 
 
In generale il rapporto tra cattolicesimo americano e amministrazione Obama (ormai nel suo quinto anno da Presidente) com'è? La questione legata alla riforma della Sanità ha pesato? 
 
Faggioli : I rapporti sono ancora tesi, per la questione della riforma sanitaria e per la lotta che la conferenza episcopale ha lanciato sul tema della "liberta' religiosa" – libertà che secondo i vescovi e' minacciata da questa legge e da altri provvedimenti legislativi. Ma l'amministrazione Obama risente anche della svolta laicista del Partito Democratico USA, come si puo' vedere dai trend elettorali del novembre 2012, ma anche dal progetto di legge di espansione del diritto all'aborto da parte del governatore democratico dello Stato di New York, Cuomo. I cattolici americani che vanno a votare sono divisi piu' o meno a metà tra democratici e repubblicani, ma non si sentono pienamente a proprio agio in nessuno dei due partiti. I vescovi sono ancora in maggioranza pro-repubblicani per le questioni pro-life, ma le novità di papa Francesco si fanno pian piano sentire. 
 
Tornando alla Siria i Repubblicani dicono no intervento, Obama preme per il sì: sembra un rovesciamento delle parti. Ulteriore frizione tra democrats e cattolicesimo? 
 
Faggioli : Se il Congresso dovesse dire di no a Obama, non sarebbe per una questione partisan, e neanche per l'azione del cardinale Dolan: pero' i vescovi americani prendono una posizione morale, ma interpretano anche il sentire del paese – un paese fondamentalmente stanco di guerre, in cui e' arduo convincere gli americani che non sara' come l'Iraq o l'Afghanistan. 
 
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