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Riforma della Curia: mons. Pietro Parolin al fianco di papa Francesco

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Lucandrea Massaro - pubblicato il 02/09/13
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Bergoglio sceglie all’interno della diplomazia vaticana il successore di Bertone alla Segreteria di Stato

E' pieno di stupore, sente il peso della responsabilità dell'incarico per il quale Papa Francesco lo ha chiamato a servire la Chiesa. Monsignor Pietro Parolin specifica subito che la “sfida del papato è l'evangelizzazione”. Questo riconoscimento fa capire in che modo mettere a disposizione del Papa la potente diplomazia vaticana (Religion en Libertad, 1 settembre).
 
Parolin è un abile diplomatico, cresciuto nella Segreteria di Stato ed ha già un curriculum importante ed è molto rispettato nell'ambiente diplomatico internazionale. Inoltre è molto giovane (ha 58 anni) e potrà sopportare la mole di lavoro che gli imporrà molto probabilmente Papa Francesco. L'ex Segretario di Stato, il cardinal Tauran dice di lui, dopo averlo conosciuto nel 1990,  “Ho sempre apprezzato in primo luogo la sua lealtà, così come le sue qualità sacerdotali, ciò che è molto importante. È anche un ottimo negoziatore che ha fatto numerose missioni in Cina continentale, nel Vietnam e in Medio Oriente. Grande lavoratore, possiede una buona conoscenza dei ‘dossier’. È gentile e discreto. Sono sempre stato colpito dal prestigio di cui godeva presso il corpo diplomatico. Penso così che abbia le qualità per questo incarico” (Vatican Insider, 1 settembre).
 
Secondo il vaticanista de La Stampa, Andrea Tornielli, la scelta di Parolin corrisponde ad una precisa scelta di Papa Francesco che “valorizza un ecclesiastico che ha collaborato, da vicino o da lontano, con due Pontefici, tre Segretari di Stato e quattro «ministri degli Esteri» vaticani. La conferma, arrivata ieri contestualmente alla nomina, degli altri vertici della Segreteria di Stato, significa che per il momento Bergoglio non vuole dare ulteriori scosse, in attesa di varare la riforma della Curia. Ma non c'è dubbio che la scelta del successore di Bertone sia destinata a voltare finalmente pagina dopo due anni difficilissimi. E sia logica conseguenza della nuova pagina inaugurata con l'inattesa elezione di Papa Francesco.” Un tassello fondamentale (essendo il Segretario di Stato il principale collaboratore del Pontefice), nella riforma della Curia a lungo attesa e da molti auspicata (Vatican Insider, 1 settembre).
 
Intanto Parolin, esperto conoscitore dell'America Latina, si prepara a tornare a Roma in modo da accedere al suo incarico il prossimo 15 ottobre. Sacerdote stimato poco prima di essere raggiunto dalla nomina papale, era impegnato in una messa propiziatoria per “la beatificazione di José Gregorio Hernández Cisneros, medico e religioso vissuto a cavallo del ‘900, un Moscati venezuelano insomma che anche il presidente Nicolás Maduro vorrebbe vedere presto sugli altari. Proprio il successore di Chavez nel corso della sua visita in vaticano del 17 giugno aveva messo nelle mani del Papa un ritratto di Simón Bolívar (il libertador non poteva del resto mancare) e una statuetta di José Gregorio Hernández (questa invece del tutto facoltativa). Aveva poi chiesto unità d’intenti con la Santa Sede nella lotta alla povertà (di lì a poche ore avrebbe ricevuto un riconoscimento dalla FAO per aver diminuito la fame e la povertà in Venezuela) e “appoggio” per portare a buon termine il processo di canonizzazione di Hernández appunto”. L'attenzione per la pietà popolare e la conoscenza delle realtà liminali (è stato anche in Cina, Vietnam, Nigeria) lo rendono un perfetto complemento del Pontefice e del suo stile missionario (Terre d'America, 1 settembre).
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