Takashi Paolo Nagai, ammalatosi in seguito all’esplosione della bomba, lavorò senza tregua. Oggi è ricordato come un eroe e un maestro spiritualeQuando il 9 agosto del 1945 esplode la bomba atomica sul quartiere cattolico a nord di Nagasaki, Urakami, Takashi Nagai stava lavorando in ospedale. E pur rimasto ferito alla tempia destra si spese senza sosta per soccorrere coloro che rimasero coinvolti nella terribile esplosione.
Quella di Takashi Nagai, definito in seguito il “Gandhi giapponese”, è una storia incredibile. Come ricorda la rivista “Credere” del 18 agosto, cresciuto in un ambiente culturale scintoista, fino ai primi anni di università professa un ateismo di stampi positivista. In seguito comincia ad avvicinarsi al cristianesimo attraverso gli scritti di Pascal. Decisivo è però l'incontro con la sua futura moglie Midori Moriyama, che Takashi opera d'urgenza di appendicite acuta salvandole la vita. Allora lei, grata al medico, invoca la Madonna chiedendone la conversione.
Si farà quindi battezzare prendendo il nome di un martire importante nella storia del Giappone: quel Paolo Miki che, insieme con i suoi compagni venne crocifisso per la sua fede nel 1596 proprio a Nagasaki. Si sposa con Midori ma la loro vita insieme non durerà solo pochi anni. Infatti, due giorni dopo l'esplosione della bomba atomica a Nagasaki, tornando a casa trova il corpo della moglie ridotto in cenere, con il Rosario nelle ossa della mano destra.
Davanti ai resti della moglie Paolo trova quindi la forza di dire: “Midori, quel che mi resta lo spenderò per fare ancora del bene, per amore di te che mi hai portato all'amore di Cristo”. Vince così la disperazione e per quasi due mesi continua a prendersi cura senza sosta delle vittime della bomba, pur sapendo di esporsi a un rischio altissimo. Tanto che presto scopre di essersi ammalato di leucemia.
Muore il 1° maggio del 1951 e già l'anno seguente lì dove sorgeva la piccola capanna dove visse gli ultimi anni a letto, in un clima di preghiera e contemplazione assistito da due dei suoi figli, viene inaugurato il “Nagai Memorial Museum”, tuttora frequentato da moltissimi persone. La sua dedizione e il suo amore fino al sacrifico gli valsero numerosi riconoscimenti sia civili che religiosi, tanto che è stato avviato il cammino verso gli altari per questo “medico della carità”. Di lui rimangono numerosi libri di notevole fortuna. Da “Le campane di Nagasaki” venne addirittura tratto un film.