La sua scelta è l’accoglienza del progetto riservatogli da Dio
Ha destato molto clamore e paginate di commenti l'indiscrezione riferita da Zenit, circa un colloquio avuto da una fonte anonima con Papa Benedetto XVI circa le motivazioni che lo hanno portato a rinunciare al Soglio di Pietro: “me lo ha detto Dio” è il senso e la sintesi che la maggior parte dei giornali ha subito utilizzato per dare la notizia. Ma cosa voleva dire Ratzinger con queste parole? Papa Benedetto è un teologo finissimo che non usa mai a caso le parole, a differenza di molti commentatori (cattolici e non), che sa bene che la 'mistica' e la 'coscienza' non sono cose da maneggiare con leggerezza, ma esperienze e concetti che informano la vita spirituale della cattolicità.
Sono molti i papi della contemporaneità, da Leone XIII fino a Giovanni Paolo II che hanno avuto esperienze mistiche rilevanti, raccontate e documentate da fonti autorevolissime, segno evidente che a divenire Vescovi di Roma vengono “scelti” uomini che hanno una relazione intima con Dio, personalità umili che riconoscono il primato di Cristo e si mettono in ascolto, come ci ricorda bene Antonio Socci sul suo blog (Lo Straniero, 21 agosto)
Ma non bisogna neppure pensare che le esperienze mistiche siano tutte uguali, né che ci sia una apparizione dietro la decisione di Ratzinger come del resto l'agenzia riporta “Me l’ha detto Dio’, è stata la risposta del Pontefice emerito alla domanda sul perché abbia rinunciato al Soglio di Pietro. Ha poi subito precisato che non si è trattato di alcun tipo di apparizione o fenomeno del genere; piuttosto è stata ‘un’esperienza mistica’ in cui il Signore ha fatto nascere nel suo cuore un ‘desiderio assoluto’ di restare solo a solo con Lui, raccolto nella preghiera” (Zenit, 21 agosto). Si perché la mistica autentica (che naturalmente può culminare in esperienze estatiche o in visioni come la storia dei santi ci insegna) “ indica l’azione di Dio che prende l’iniziativa e pro-voca, cioè chiama in avanti, la sua creatura: tutta la vita cristiana, in senso stretto, è mistica, dal Battesimo in poi, e segna la presenza di Dio Trinità nella vita della creatura”, come spiega il teologo Gianni Gennari (Vatican Insider, 22 agosto)
Benedetto XVI informa la Chiesa della sua decisione con queste parole: “Cari fratelli e sorelle, questa Parola di Dio la sento in modo particolare rivolta a me, in questo momento della mia vita. Il Signore mi chiama a ‘salire sul monte’, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze. Invochiamo l’intercessione della Vergine Maria: lei ci aiuti tutti a seguire sempre il Signore Gesù, nella preghiera e nella carità operosa”. Dio chiama, rinnova la “vocazione” sacerdotale di Benedetto XVI e le da forma nuova. In fondo cos'è la vocazione (al sacerdozio, al matrimonio, al servizio) se non questo? Il cristiano che mediti facendosi la domanda “cosa vuole Dio per me?”, trova la sua vocazione, e quell'esperienza mistica da una svolta alla sua vita informando la coscienza, rendendo cioè consapevoli del proprio cammino.
Così nei pronunciamenti del Concilio Vaticano II: “Nell'intimo della coscienza l'uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire e la cui voce, che lo chiama sempre ad amare e a fare il bene e a fuggire il male, quando occorre, chiaramente parla alle orecchie del cuore […]. L'uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro al suo cuore […]. La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell'uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell'intimità propria”. Dunque la coscienza è il “luogo” nel quale risuona “la voce di Dio… nella sua intimità propria” (Gaudium et spes, n° 16). Su questo il Papa ha basato la sua decisione di servire la Chiesa in modo diverso, assecondando “la voce di Dio nella sua intimità propria”, cioè quella scaturita nella sua coscienza.
“Lo stesso Ratzinger ha dichiarato che questa ‘esperienza mistica’ si è protratta lungo tutti questi mesi, aumentando sempre di più quell’anelito di un rapporto unico e diretto con il Signore. Inoltre, il Papa emerito ha rivelato che più osserva il ‘carisma’ di Francesco, più capisce quanto questa sua scelta sia stata ‘volontà di Dio’ ” (Zenit) indica una consapevolezza maturata nel tempo, che è la dimensione privilegiata di Dio che insegna, passo passo, ai figli cosa è bene per loro, dandogli il tempo di assimilare quello che rivela.