La scarcerazione di Mubarak creerà sicuramente molti disordini, commenta don Gianni Toni
La situazione in Egitto sembra stabilizzarsi, ma non mancano episodi di violenza e naturalmente cresce l'attenzione della comunità internazionale sul Paese. I militari manterranno il potere dopo aver stabilizzato la piazza e defenestrato Morsi, esponente dei Fratelli Musulmani? Le tensioni sulle piccole comunità cristiane proseguiranno? Aleteia ne ha parlato con don Gianni Toni, parroco della Chiesa di Santa Domitilla a Latina, che con l'Egitto ha una cosuetudine decennale.
Padre Toni, il combinato tra l'arresto dei leader dei Fratelli Musulmani e la scarcerazione dell'ex presidente Mubarak avvenuta proprio oggi, che cosa comporterà nel paese secondo lei?
Toni: Certamente provocherà dei disordini, tenuto conto che "storicamente" Mubarak non ha facilitato l'avvento dei Fratelli Musulmani ma ne ha ostacolato "l'ingresso" in Parlamento e che alcuni suoi affiliati lo hanno potuto fare in altre liste e sotto "mentite spoglie".
Qual è la condizione dei cristiani in Egitto? I Fratelli Musulmani sono un pericolo per le minoranze?
Toni: Per rispondere a questa domanda basta leggere il comunicato che hanno diramato i due capi religiosi del Paese: il patriarca ortodosso in piena rivolta dei Fratelli Musulmani e quello del patriarca cattolico. A questi è bene aggiungere la dichiarazione di questi giorni di mons. Kirillos, vescovo di Assiut e la lunga dichiarazione di mons. Zakkaria, vescovo di Luxor uscita oggi sull'agenzia "Zenit".
Io invece vorrei fare una domanda: perchè i Fratelli Musulmani si sono scatenati contro l'unica minoranza da sempre presente in Egitto che sono i copti? Giovanni Paolo II diceva che "non si tagliano le radici dalle quali si è cresciuti". Se qualcuno fa questo significa che ha paura del passato, della sua storia e quindi non è in grado di progettare il futuro, come sembra sia avvenuto con i Fratelli Musulmani!
Le parole del papa all'Angelus sulla situazione egiziana sono state apprezzate in modo trasversale, quale possibilità di un fronte unitario, pacifico che possa andare al potere garantendo tutte le componenti della società?
Toni: Sperando di essere interpretato bene, penso che gli anni passati hanno visto un Egitto più coeso nelle sue due anime spirituali: copta e musulmana. E' inutile nascondersi che le varie "primavere arabe" hanno certamente influito sugli altri Paesi arabi vicino all'Egitto.
Il popolo egiziano, con la sua povertà, è stato calamitato dagli aiuti alimentari e sanitari offerti dai Fratelli Musulmani che hanno potuto distribuire grazie agli aiuti ricevuti proprio dagli Stati Uniti! Per comprendere ciò è facile per noi italiani ritornare alle votazioni degli anni Cinquanta/Sessanta quando a Napoli Lauro consegnava una scarpa prima delle elezioni e l'altra dopo il voto! Era il deputato tra i più votati del collegio napoletano!
Per quanto riguarda un fronte unitario occorrerebbe che l'America e l'Europa non diano sanzioni ma stiano vicine come non mai a questa stagione, cercando di dialogare il più possibile con il generale Sisi, altrimenti l'Arabia Saudita, capofila con altre nazioni arabe, darà ciò che serve loro portando tutta la nazione più lontana da noi e con un fronte unitario che sarà difficile intravvedere.