Dopo la legge sul matrimonio omosessuale, nuovo colpo in arrivo all’istituto matrimoniale
Dalla Francia arriva una ulteriore svolta sulle questioni riguardanti la vita, il concepimento e in generale la famiglia. Sono notizie che proseguono l'instancabile lavoro del governo di Hollande di mettere mano al concetto di matrimonio e che oggi vede, per ora solo l'intenzione, da parte della ministra della Giustizia
Christiane Taubira, che ha legato il suo nome alla legge sul matrimonio omosessuale.
La ministra sta preparando un nuovo progetto che apra alla maternità surrogata, attualmente illegale in Francia come in Italia, dichiarando che solo così sarà possibile permettere alle coppie di omosessuali (maschi) di «avere un figlio». Contestualmente, in questi giorni, il quotidiano «Le Monde» ripubblica un appello in favore della legalizzazione della maternità surrogata sottoscritto da tre ministri dell’attuale governo francese: la ministra della Cultura Aurélie Filippetti, la ministra dei Diritti delle Donne e portavoce del governo Najat Vallaud-Belkacem, e il ministro delle Relazioni con il Parlamento Alain Vidalies. (La Bussola Quotidiana, 6 agosto)
Una presa di posizione politica che vede schierato un pezzo di esecutivo contro le attuali limitazioni della legge francese. Legge che ancora nel 2011 metteva in discussione la legittimità della filiazione di due bambine, nate nel 2000 da una coppia francese che – impossibilitata ad avere figli – si era rivolta ad clinica della California. Fu la Cassazione d'Oltralpe a negare che le due bambine, nate dal grembo di un'altra donna, potessero essere riconosciute come figli della coppia, adducendo proprio l'impossibilità di sostiuirsi al legislatore, nonostante il parere favorevole dei pubblici ministeri. (Famiglia Cristiana, 18 aprile 2011)
Si apre dunque un ulteriore breccia nel diritto di famiglia o, per dirla con le parole di Costanza Miriano nella sua lettera pubblicata da Avvenire (6 agosto), “Qualcosa di Tremendo”:
“Caro bambino che per nove mesi hai ascoltato una voce che non sentirai mai più, che hai mischiato il tuo sangue con quello di una donna che non ti cambierà i pannolini né ti leggerà le storie né ti racconterà dei suoi nonni, di cui pure porterai memoria nelle tue cellule per tutta la vita; caro bambino che non hai succhiato il latte pronto nel seno per te, che hai dormito, scalciato, e vissuto per nove mesi sotto il cuore di una mamma che non ti accarezzerà mai, perché è stata pagata per sparire; caro bambino nato da un utero in affitto, ti chiedo perdono a nome dell’umanità.
Cara madre surrogata che per nove mesi hai sentito un bambino diventare grande tra le tue viscere, nutrirsi di te, del tuo sangue e del tuo liquido amniotico, del tuo respiro e della tua carne; cara madre che in un minuto sei stata separata da un bambino forse tuo anche geneticamente, di certo tuo per il sangue e per il cuore, chiedo anche a te perdono a nome dell’umanità, perché certo hai accettato di fare una cosa più grande di te per necessità, prendendo pochi spiccioli di quelli che tu e il tuo bambino avete messo in movimento. Se sei ancora in tempo, ti chiedo se davvero non puoi vivere senza quei soldi, se non c’è un altro modo per evitare tanto dolore”