E’ l’Ucraina la meta di tutte quelle coppie alla ricerca di un utero in affitto per avere un figlio
È delle scorse settimane lo strano caso di una coppia di Crema di ritorno dall’
Ucraina. I due avevano pagato una clinica di laggiù per «fabbricarsi» un bambino tramite maternità surrogata. Portato il neonato in Italia, lo hanno sottoposto all’esame del DNA, scoprendo che il bimbo biologicamente non era il figlio per il quale avevano sganciato i molti danari: nel suo sangue non v’era traccia dei cromosomi dell’aspirante papà lombardo, il quale aveva pur corrisposto circa 30 mila euro e diligentemente dato il suo seme per la produzione dell’infante. In pratica, una bella truffa, con la particolarità che qui l’oggetto non è un elettrodomestico malfunzionante ma un piccolo essere umano.
Cecilia Rizzica. «Dovrebbe intervenire il tribunale dell’Aia» spera
Giovanni Passoni, altro avvocato dei due aspiranti genitori per surrogata, che ora rischiano sino a 15 anni di carcere.
scopriamo che non è necessario andare in India per "affittare" uteri: nel nostro continente è l’Ucraina la mecca in fatto di maternità surrogata. Paese che dista neanche due ore d’aereo dall’Italia, l’Ucraina è un enorme serbatoio di giovani fanciulle sane la cui avvenenza è universalmente riconosciuta, e certamente, come e più dell’India, la Piccola Russia offre una gamma notevole di vantaggi specifici riguardo alla materia procreativa: ottimo personale medico formato nella tradizione della medicina sovietica, costo della vita nettamente più basso rispetto agli standard europeo-occidentali, e poi la massa consistente di donatrici di ovuli, cui si aggiunge l’esercito di «surrogabili», ossia le donne che per sbarcare il lunario sono disposte a tenere in pancia un bambino per i canonici 9 mesi.
Il web oramai pullula di siti che offrono bambini ucraini: si parte dai 50 mila euro, con sconto a 30 mila euro, con ribassi a 20 mila euro, e via a chi offre meno. Su YouTube poi si sprecano le pubblicità delle cliniche specializzate, nonché i spot degli studi legali che seguono il processo – il mercimonio umano è totalmente alla luce del sole, con inconcepibile spudoratezza. Si tratta certo della pubblicità di una iper- prostituzione, ma la cosa pare turbare poca gente.
Max Laudadio raccontò di un tetro mondo fatto di procacciatori di maternità surrogate che operano anche dall’Italia, con il corredo spaventoso del catalogo dove scegliere la donatrice dell’ovocita (la bionda occhiocerulea, assai diffusa nelle Russie, va ovviamente forte: è bene ricordare che questa è di fatto una deriva eugenetica che sarebbe piaciuta a Hitler), cliniche ucraine sorvegliate da guardie armate e uffici legali di Kiev e dintorni dove si compiono matrimoni-truffa atti a produrre la documentazione necessaria a riportare in Europa i neonati. In Ucraina infatti la maternità surrogata è consentita solo se a richiederlo è una coppia (uomo-donna: il «matrimonio» gay nei paesi russofoni è di là da venire) e sterile. Il sistema degli organizzatori degli uteri in affitto si occupa dunque di creare tutti i presupposti legali per produrre e consegnare il bambino a chiunque. Ai vari attori piazzati da Striscia a fingere di essere compratori single, i procacciatori spiegarono come si sarebbe proceduto tra matrimoni fittizi e rocamboleschi giri di certificati medici per gabbare le autorità locali e i vari enti diplomatici.