Posto tra le condizioni politiche al sostegno del governo, si discute l’opportunità di un provvedimento sulla tassa sulla casa
P { margin-bottom: 0.21cm; }A:link { }Posto tra le condizioni politiche al sostegno del governo, si discute l’opportunità di un provvedimento sulla tassa sulla caIl governo Letta incassa la fiducia, concedendo al Pdl un’apertura sulla questione Imu. Ma non fa cenni alla restituzione della rata 2012, promessa in campagna elettorale da Silvio Berlusconi.
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Il governo Letta incassa la fiducia, concedendo al Pdl un’apertura sulla questione Imu. Ma non fa cenni alla restituzione della rata 2012, promessa in campagna elettorale da Silvio Berlusconi. Il premier nel suo discorso programmatico alla Camera annuncia l’intenzione di bloccare il pagamento della rata di Giugno della tassa sulla casa e prende tempo per progettare un riforma fiscale complessiva.
Ma le voci – tecniche e politiche – sull’opportunità e la priorità di questo intervento (restituzione, abolizione o rimodulazione) sono discordi e trasversali. Che sia una preoccupazione soprattutto politica è chiaro e lo si dibatte da giorni. “Per il momento l’Imu è servita come carta da giocare al tavolo della trattativa” scriveva ieri Gianni Trovati su Il Sole 24 Ore. “Il dato certo è che l’imposta che non piace a nessuno, ma regge i conti pubblici, occuperò un posto di primo piano nel confronto fra Pd e Pdl sul programma fiscale del nuovo esecutivo” (Il Sole 24 Ore, 28 aprile).
Più discusse le motivazioni tecniche e giuridiche a suffragio dell’eliminazione dell’Imu e gli effetti benefici su economia e consumi e livello di priorità dell’intervento. Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedelizia ha spiegato sulle colonne de Il Giornale che “l’Imu è un’imposta iniqua per almeno due ragioni di fondo”. In primo luogo, perché il provvedimento venne giustificato dai servizi dei comuni di cui godono gli immobili, ma di fatto “l’Imu è un’imposta puramente patrimoniale non correlata ai servizi. Oltretutto, essa si basa sui valori catastali (…) che non esprimono la capacità di reddito degli immobili, unico elemento su cui un Fisco civile dovrebbe fondarsi”. In secondo luogo, sottolinea Sforza Fogliani, l’iniquità dell’Imu si fonda sulla “sua mancata deducibilità dall’imposta sul reddito” (Il Giornale, 27 aprile).
Da Roma, unica città dotata di “quoziente familiare”, si dice che tagliare l’Imu si può. Per esempio, rivendendo appunto le rendite catastali: “Sono 376 mila le famiglie romane che non pagheranno più l’Imu sulla prima casa. La revisione delle rendite catastali – condotta dal Campidoglio su 223.407 immobili in zone di pregio – ha portato un incasso extra di 116,2 milioni di euro che saranno usate per esentare i nuclei familiari con un reddito Isee inferiore a 15 mila euro l’anno”. Che si tratti o meno solo di un annuncio da campagna elettorale – a Roma sono in programma le elezioni comunali il 26 maggio – si vedrà (Avvenire, 27 aprile).
Dalle colonne de Il Foglio, invece, il liberale Oscar Giannino sottolinea che “l’Imu è una tassa giusta, se mai una tassa può essere giusta; e comunque risponde a esigenze che difficilmente possono essere accomodate, con altrettanta efficacia, da un tributo diverso”; e mette in evidenza che semmai la priorità è sulla revisione dell’imposizione fiscale su redditi da lavoro e sulle imprese: “La scelta è tra un mondo dove i figli vivono da disoccupati nella casa dei padri esentasse, e uno dove hanno un reddito con cui stare in affitto mentre i genitori rinunciano alla settimana bianca. Tutte le tasse sono in qualche misura cattive, ma alcune sono più inique, inefficienti o distorsive di altre. L’Imu sulla prima casa non è tra queste” (Il Foglio, 26 aprile).
Sul fronte delle critiche all’abolizione o rimodulazione dell’Imu, c’è appunto chi vede comunque prioritaria la riduzione della tassazione sul lavoro (oltre a Giannino, Giavazzi sul Corriere della Sera di lunedì) e chi da tempo considera proprio tra gli effetti positivi dell’Imu quello di essere una patrimoniale mascherata che riequilibra la distribuzione del reddito. Inoltre, secondo Massimo Bordignon, una delle voci del think-tank lavoce.info, l’idea di eliminare l’Imu sulla prima casa è una tesi populista “perché bisognerebbe indicare con chiarezza dove trovare le risorse per recuperare il gettito perduto. O quali spese si intendono tagliare” (lavoce.info, 26 aprile).
Infine, una nota sull’ipotesi della restituzione dell’Imu 2012, lanciata come accennato prima delle elezioni dal leader della Pdl, Silvio Berlusconi. Considerazioni politiche a parte, c’è chi fa notare, come il blogger economico @bimboalieno intervenendo a 24 Mattino, che in sostanza la restituzione dell’Imu “implicherebbe ridare in media 120 euro a ciascuna famiglia proprietaria di casa”. Che impatto concreto su reddito disponibile e consumi? (Radio24, 29 aprile)