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Giovanni XXIII proposto come “giusto tra le Nazioni”

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Jesús Colina - pubblicato il 29/04/13
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Nel 1944 mise in piedi a Istanbul una rete per salvare ebrei e altri perseguitati dal nazismo

Una conferenza internazionale si propone di riscoprire a Gerusalemme l’amicizia e l’aiuto che Angelo Roncalli, papa Giovanni XXIII, offrì al popolo ebraico, in particolare durante l’Olocausto.

All’incontro, che tiene il 29 aprile, partecipa Avner Shalev, presidente del direttorio di Yad Vashem, l’istituzione creata per onorare le vittime dell’Olocausto e gli eroi che rischiarono la vita per salvare gli ebrei perseguitati durante la II Guerra Mondiale.

Tra gli oratori figura Baruj Tenembaum, fondatore della Fondazione Raoul Wallenberg, che nel febbraio 2011 ha presentato allo Yad Vashem un dossier scientifico per sostenere la richiesta di riconoscere Giovanni XXIII “giusto tra le Nazioni”.

Questo riconoscimento rende il massimo onore a quelle persone che, senza essere di confessione o di origine ebraica, prestarono soccorso in maniera altruista e singolare alle vittime della persecuzione perpetrata dal regime nazionalsocialista del Terzo Reich tedesco e da altri affini in Europa prima e durante il secondo conflitto mondiale.

Il dossier mostra ad esempio che monsignor Roncalli, quando era rappresentante papale (delegato apostolico) in Bulgaria, Grecia e Turchia, prima e dopo la guerra, agì intercedendo presso il re Boris di Bulgaria a favore degli ebrei bulgari e presso il Governo turco a favore dei rifugiati ebrei che erano scappati in Turchia.

Fece anche tutto il possibile per evitare la deportazione di ebrei greci, si legge nel dossier della Fondazione Wallenberg presentato allo Yad Vashem, che spiega anche come nel 1944 Roncalli organizzò a Istanbul una rete per salvare gli ebrei e altri perseguitati dal nazismo.


Attraverso i documenti raccolti dalla sua Fondazione, Tenembaum rivela che la presa di posizione promossa da Roncalli quando era nunzio apostolico a Parigi, in occasione del voto alle Nazioni Unite sul riconoscimento dello Stato di Israele, fu funzionale per assicurare il sostegno dei Paesi latinoamericani.

Il congresso in corso a Gerusalemme conta sulla partecipazione dello Yad Vashem, della Global Jewish Advocacy e della Fondazione Konrad Adenauer. All’incontro partecipano anche Shear Yashuv Cohen, rabbino capo emerito di Haifa, monsignor Fouad Twal, patriarca latino di Gerusalemme, vari rappresentanti di spicco del Vaticano, come il cardinale Kurt Koch, presidente della Pontificia Commissione per le Relazioni Religiose con gli Ebrei, e numerosi storici di università israeliane e italiane.

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