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Sindone: il C 14 fu un fallimento, il lino è del tempo di Gesù

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Aleteia - pubblicato il 29/03/13
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“Il mistero della Sindone” di Giulio Fanti e Saverio GaetaLa datazione della Sindone è un problema dibattuto da lungo tempo. Ora nuove prove emergono a smentire ulteriormente i risultati ottenuti con l'esame radiocarbonico che collocava il lenzuolo sepolcrale nel Medioevo. E' quanto emerge dal libro “Il mistero della Sindone” (Rizzoli) scritto dal professor Giulio Fanti, docente di Misure meccaniche e termiche nell’università di Padova, e dal vaticanista Saverio Gaeta, caporedattore di «Famiglia Cristiana».

Il volume è frutto di un lavoro decennale, del quale l’ultima tappa è uno studio multidisciplinare coordinato dal professor Fanti per incarico dell’università di Padova con la collaborazione di una quindicina di professori in diversi atenei. Le indagini sono state possibili grazie ad alcuni campioni di fibre e di polveri prelevati in tempi passati dalla Sindone, e recentemente messi a disposizione del professor Fanti dai legittimi detentori.

Il libro approfondisce in maniera particolare la datazione della Sindone e le ipotesi sulla formazione dell’impronta sul telo custodito a Torino. Sul tema già erano stati evidenziati gli ampi margini di incertezza legati agli esami del 1988 con la radiodatazione  e i diversi interrogativi circa la mancanza di una precisa conoscenza del comportamento legato all'invecchiamento dei tessuti cellulosici conservati in condizioni storicamente non controllate. Sfogliando le pagine si ha una dimostrazione ancora più netta e chiara che la datazione al carbonio 14 – che datò la Sindone con una probabilità del 90% in un periodo compreso fra il 1260 e il 1390 – è stata inficiata da clamorosi errori metodologici (tra cui la mancanza di un serio verbale di prelievo, tanto che non si conosce neanche il peso esatto del campione esaminato). Mediante l’analisi statistica si evince che quella radiodatazione non è scientificamente attendibile, poiché nell’analisi non furono considerati i possibili effetti ambientali che hanno alterato il contenuto di carbonio 14 nel frammento di tessuto analizzato. Per di più è emerso con chiarezza che il laboratorio di Tucson, contrariamente a quanto si è sempre affermato, non eseguì la datazione di uno dei frammenti concessi dal custode della Sindone con l’autorizzazione della Santa Sede. Lo stesso Christopher Ramsey, direttore del laboratorio di Oxford che aveva compiuto le analisi nel 1988, è intervenuto più volte sottolineando la necessità di ulteriori ricerche sulla Sindone e di indagini su tutto ciò che avrebbe potuto influenzare l'accuratezza del test originale al radiocarbonio.

Il volume riporta poi i risultati di tre nuove analisi, due chimiche (Ft-Ir e Raman) e una meccanica multi-parametrica, concordano nell’affermare che il lino sindonico risale proprio al tempo in cui Gesù Cristo fu crocifisso a Gerusalemme. Per ottenere tale risultato è stata addirittura realizzata un’originale macchina per prove di trazione in grado di valutare fibre estremamente piccole. Gli straordinari risultati conclusivi indicano per le fibre della Sindone in esame le seguenti date, tutte al livello di confidenza del 95% e indiscutibilmente lontane dalla datazione medievale del carbonio14: per l’analisi Ft-Ir 300 a.C. ±400, per l’analisi Raman 200 a.C. ±500, per l’analisi meccanica multi-parametrica 400 d.C. ±400. Eseguendo una semplice media aritmetica delle tre date si ottiene 33 a.C. ±250 anni (si osservi che l’incertezza della media dei valori è inferiore alle singole incertezze), compatibile con la data storica della morte e risurrezione di Gesù Cristo attribuita dagli storici all’anno 30 dell’era moderna.

Per quanto riguardo le ipotesi sulla formazione dell’impronta sul telo sindonico, si è ancor più avvalorata con nuove prove sperimentali e simulazioni al computer la tesi sostenuta dal professor Fanti, che si basa sull’effetto di un intenso campo elettrico (chiamato «effetto corona»). La condizione che meglio sembra riprodurre l’immagine sindonica prevede un campo elettrico verticale in un ambiente avente il soffitto carico, le pareti laterali isolanti e il pavimento posto elettricamente a terra: ne risulta così un campo elettrico con prevalente direzione verticale. Negli esperimenti condotti a Padova, l’entità e la distribuzione superficiale del campo elettrico su un lenzuolo simile a quello della Sindone, avvolto attorno a un manichino digitale, corrispondono proprio all’immagine sindonica.

Dopo l'uscita del volume “Il mistero della Sindone”, il Centro Internazionale di Sindonologia (CIS) di Torino ha espresso tuttavie le proprie riserve mettendo in dubbio che i campioni di tessuto esaminati possano appartenere veramente al telo sindonico e che comunque ciò non sia provabile, in quanto privi di qualsiasi tracciabilità. Il CIS ha poi riportato le dichiarazioni ufficiali già rilasciate dalla Santa Sede in occasione di altri analoghi tentativi effettuati in passato su presunti campioni di materiale sindonico, secondo cui non è  stato effettuato nessun nuovo prelievo di tessuto della Sindone dopo il 21 aprile 1988 né si è a conoscenza di frammenti autentici di telo sindonico sparsi in Italia e all’estero. Persino il tessuto ottenuto nell’intervento di restauro del 2002 è stato immediatamente inventariato e posto sotto sigillo.

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