Aneddoti del Conclave: intervista al prof. Paravicini BaglianiIl Conclave “non è un'idea del papato”, risale al 1274 “per idea del podestà di Viterbo”; dal 1377 inizia un rituale di “saccheggio” da parte del popolo romano e non solo, nei palazzi del cardinale eletto papa; la fumata esiste solo da quando i papi vengono eletti nella Cappella Sistina e fino al 1562 il popolo romano scommetteva sul nome del futuro pontefice. Un rito che fu vietato da Pio IV. Sono alcune curiosità e aneddoti del Conclave nell'era medievale e fino ai tempi moderni descritti dal professore Agostino Paravicini Bagliani, docente di Storia medievale dell'Università Svizzera italiana e autore del recente volume “Morte e elezione del Papa. Norme, riti, conflitti” (Editrice Viella).
“Ho scritto un libro su tutto il sistema normativo e rituale che riguarda l'elezione e la morte del papa dall'inizio della storia del papato. In particolare – afferma il professore in questa intervista ad Aleteia – mi sono occupato del periodo del Medioevo, che è importante perché è quello che crea il sistema ancora oggi valido, nella sua struttura e ritualizzazione”. “La prima curiosità è che il Conclave non è un'idea del papato, nonostante sia una cosa legata all'elezione del papa, ma non è stato pensato da un papa”.
Siamo nel 1274 – racconta Agostino Paravicini Bagliani – e il papa che decreta con la Costituzione apostolica Ubi periculum che i cardinali devono essere rinchiusi sotto chiave aveva preso l'idea dal podestà di Viterbo, Alberto di Montebono. Quest'ultimo, infatti, nel 1270 poiché i cardinali non riuscivano a mettersi d'accordo, con l'appoggio anche di un cardinale francescano, Bonaventura da Bagnoregio, chiuse i porporati nel Palazzo di Viterbo e li sottomise a un vero e proprio Conclave perché la sede vacante durava ormai da tre anni e per la città di Viterbo cominciava a diventare un problema anche economico. Allora, la persona su cui ricadde la scelta, Tedaldo Visconti, che peraltro non era uno dei cardinali e non era nemmeno presente, perché si trovava tra gli arabi in Siria come cappellano dei crociati, una volta consacrato e incoronato col nome di Gregorio X nel 1272 decise di riprendere l'idea del Conclave.
“Già 30 anni prima, nel 1241, era accaduta una cosa simile: i cardinali si trovavano a Roma per eleggere il successore di Gregorio IX, e un senatore della città, rappresentante del Comune di Roma, rinchiuse i cardinali: era la prima volta”.
Un rituale, quello del Conclave, che non piaceva affatto ai cardinali. “Non erano d'accordo con il decreto che istituiva il Conclave – prosegue il professor Paravicini Bagliani – perché, per come era pensato allora, in fondo era una sanzione, perché li obbligava a decidere in fretta sul nuovo papa. Il decreto passa grazie ai vescovi. Inoltre, un'altra cosa che non piaceva ai cardinali erano le modalità austere: avevano diritto a un solo pasto al giorno, poi al terzo giorno mangiavano pane e acqua, il dormitorio era semplice. Non avevano gli inservienti, insomma le condizioni non erano il massimo. Poi piano piano l'austerità iniziale è stata allentata”.
Altra curiosità riguarda il rituale del saccheggio. “Quando il papato torna a Roma, nel 1377 – prosegue l'esperto – accade qualcosa di assolutamente nuovo che durerà poi per secoli: il popolo romano, appena conosce il nome del cardinale eletto papa, inizia a saccheggiare il palazzo del cardinale. Questo rito del saccheggio dura all'incirca fino al Settecento; il popolo saccheggia perfino il palazzo del cardinale della sua città natale. Un altro tipo di saccheggio riguarda gli inservienti del cardinale: dalla metà del '400 – ne parla perfino Pio II eletto nel 1458 – gli aiutanti del cardinale in Conclave saccheggiavano la sua cella. Era una sorta di elezione folcloristica”.
Per quanto riguarda invece la fumata, c'è da dire che “viene introdotta nel momento in cui i papi vengono eletti nella Cappella Sistina. Prima infatti non c'era un luogo preciso. Nel Medioevo, ad esempio, non era così: molti papi venivano eletti fuori da Roma, non c'era un luogo preciso. I papi cominciano ad essere eletti nella Sistina dalla fine del '400, con Sisto IV”.
Un'ultima curiosità riguarda il fatto che nel periodo medievale il popolo romano organizzava scommesse sul nome del papa: “Era una comunicazione continua fra la gente, un giro sui nomi… – conclude lo storico – ma le scommesse sono state poi vietate nel 1562 da Pio IV”.