In memoria di coloro che salvarono le vittime dei genocidiMercoledì 6 marzo si celebrerà la prima Giornata Europea dei Giusti, istituita dal Parlamento europeo il 10 maggio 2012 per ricordare tutti coloro che si adoperarono, spesso mettendo a rischio la propria vita, per salvare le vittime dei genocidi.
L'iniziativa è stata presa su proposta, tra l'altro, del Comitato Foresta dei Giusti-Gariwo, onlus nata nel 2001 “al servizio della memoria” e che si propone di aumentare e approfondire la conoscenza e l’interesse verso le figure e le storie dei “Giusti” con iniziative pubbliche.
Il termine “Giusti” è nato dall’elaborazione del memoriale dell’Olocausto dello Yad Vashem, a Gerusalemme, per ricordare i non ebrei che aiutarono gli ebrei durante gli anni del nazismo (Agenzia Sir, 3 marzo). I “Giusti”, però, non sono solo quelli che hanno salvato gli ebrei. Come ha sottolineato il presidente di Gariwo – sul cui sito www.gariwo.net è possibile consultare il programma degli eventi organizzati per la Giornata –, il giornalista e scrittore Gabriele Nissim, “non può essere un vero cittadino europeo chi ricorda la Shoah ma dimentica i gulag e il genocidio armeno, o chi ricorda solo i gulag dimenticandosi della Shoah” (Agenzia Sir, 3 marzo).
Per Nissim, le novità legate alla Giornata sono due, a cominciare dal voler “porre come valore la ‘memoria del bene’” proponendo all’attenzione pubblica tutte quelle persone che si sono “assunte una responsabilità nei confronti del male cercando di salvare delle vite e di difendere la dignità umana contro gli attacchi di ogni forma di dittatura e genocidio”. L'altro aspetto è l’“universalizzazione della figura dei Giusti”, non più circoscritta alla Shoah, ma punto di riferimento per ricordare tutti coloro che lottarono contro i totalitarismi.
In questo modo, il concetto di “Giusto”, cittadino del mondo, diventa “patrimonio di tutta l’umanità”. Ricordare i “Giusti” significa infatti “tramandare degli esempi morali che sono il pilastro della nostra identità” (Gariwo, 10 luglio 2012).
Non ci si deve limitare solo al ricordo, ha sottolineato Nissim, perché i “Giusti” “ ci trasmettono un testimone, come in una staffetta”. “Non offrono soluzioni e neanche trasmettono testamenti, ma poiché sono stati capaci, come Antigone, di sfidare le leggi degli uomini per difendere la giustizia, insegnano alle nuove generazioni che la salvezza e la terapia contro il male nascono dall’abitudine e dalla capacità di pensare da soli”.
In un'Europa in piena crisi morale e finanziaria, in cui molti sono tentati di “chiudersi nei nazionalismi”, i “Giusti” si pongono come coloro che hanno preservato i grandi valori della cultura e della tradizione europea. E proprio in virtù di questa “internazionalizzazione”, in molte città europee sono nati i cosiddetti Giardini dei Giusti, in cui gli alberi simboleggiano i “Giusti” e la vita, che invitano a difendere contro i messaggeri di morte. “Le città potranno popolarsi così di nuovo verde e, simbolicamente, di giustizia” (Buone Notizie, 4 marzo).
Questi luoghi della memoria sono dedicati a coloro che si sono opposti alla violazione dei diritti umani nella storia più recente. Non a caso, una delle città in cui la Giornata verrà celebrata in modo più consistente è Sarajevo, la capitale della Bosnia teatro del più efferato crimine di guerra commesso in territorio europeo dopo l'Olocausto: il genocidio di 8000 civili musulmani a Srebrenica nel luglio 1995 (Asca, 4 marzo).
Svetlana Broz, nipote del maresciallo Tito che, spogliatasi di ogni retaggio ideologico, si dedicò all'esclusivo esercizio della professione medica nella Sarajevo sotto assedio, spiegherà ad una platea di migliaia di giovani che “il coraggio civile è la volontà e l'abilità di disobbedire, resistere, opporsi e porre fine con mezzi non violenti all'abuso di potere che porta alla deliberata violazione dei diritti umani”.