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La politica affronti finalmente la piaga della ludodipendenza

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Avvenire - Agenzia Sir - Famiglia Cristiana - pubblicato il 03/01/13
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Il gioco d’azzardo miete ogni giorno nuove vittime

Tra le questioni più scottanti che le forze politiche che si confronteranno a fine febbraio dovranno affrontare c'è la dipendenza dal gioco, che coinvolge sempre più persone stravolgendo la loro vita e quella delle loro famiglie.

Alla prossima tornata elettorale del 24 e 25 febbraio, la politica degli ultimi 20 anni dovrà essere valutata anche su come ha affrontato e intende affrontare la questione delle ludodipendenze in Italia.

È l'opinione del vice-presidente della Consulta nazionale antiusura, monsignor Alberto D’Urso, che in una lettera aperta inviata a “Famiglia Cristiana” ha denunciato lo stupore della politica per la decisione, da parte della società civile, di chiedere alle istituzioni di porre un argine “serio e risolutivo” alla piaga del gioco d'azzardo, che “ormai miete vittime quotidianamente” (Famiglia Cristiana.it, 2 gennaio).

Finora, avverte il presule, la politica ha “mostrato i muscoli” con le categorie più deboli, come le famiglie, mentre è stata sempre accondiscendente con le grandi lobby, una delle quali è appunto quella del gioco d’azzardo, da sempre “nelle stanze del potere”. Non più tardi di qualche settimana fa, del resto, per mano di due senatori in Commissione Bilancio al Senato è stato deciso di immettere nel mercato altre 1.000 nuove concessioni (poker live).

In quest'ottica, la tutela dei minori e delle categorie più disagiate è secondaria, e ciò che è uscito dalla porta sembra rientrare poi dalla finestra, come nel caso della pubblicità ingannevole che non vede più come protagonisti i giocatori ma le società di calcio che trasmettono sulle magliette messaggi “molto precisi e pericolosi”.

La richiesta di un deciso intervento da parte della politica per arginare il drammatico fenomeno è giunta anche da Luca Borgomeo, presidente dell'associazione cattolica teleutenti (Aiart), che esorta a impegnarsi per “limitare le scommesse e mettere un freno alla pubblicità dei giochi d’azzardo quantomeno nel prime time televisivo” (Agenzia Sir, 2 gennaio).

In questa legislatura, ha denunciato Borgomeo, sono state messe in campo “timidissime misure per arginare le ludopatie”. Per questo, serve un’azione più incisiva per “evitare che lo Stato sia sempre più biscazziere”. Il gioco d’azzardo, ha sottolineato, non può essere una soluzione per coprire i buchi del bilancio statale.

Maggiore impegno ma soprattutto maggiore consapevolezza sono necessari anche da parte della società civile, se è vero che in un bar accanto a una scuola media l'albero di Natale è stato ricoperto di “gratta e vinci” o che alcuni gestori regalano buoni da 20 euro ai ragazzi che saltano le lezioni per andare in una sala scommesse (Avvenire.it, 3 gennaio).


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